Cernusco, lo struggente addio a Federica Ripamonti: “Il tuo sorriso contagioso sarà sempre con noi”

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Tantissime persone questa mattina, lunedì, per il funerale di Federica Ripamonti, morta a 17 anni

Toccante l’omelia di monsignor Rolla, che ha invitato la famiglia a restare in ascolto: “Ci sono vivi più morti di Federica”

CERNUSCO – “Oggi lasciateci in silenzio. E se volete, scrivete un pensiero in memoria della nostra Federica. Grazie a tutti”. Con queste parole, intrise di dolore e allo stesso tempo cariche di affetto, papà Giovanni si è rivolto, al termine del funerale celebrato nella chiesa di San Giovanni, alle tantissime persone che questa mattina, lunedì 25 gennaio, hanno voluto salutare per l’ultima volta Federica Ripamonti, la studentessa di 17 anni del liceo artistico Medardo Rosso di Lecco, morta sabato 16 gennaio dopo essere stata investita da un treno in transito tra le stazioni di Cernusco e Osnago.

 

Federica Ripamonti aveva 17 anni

Una tragedia che ha ferito e colpito al cuore l’intera comunità di Cernusco, dove la famiglia Ripamonti è radicata e conosciuta e dove Federica, Chicca per gli amici, era cresciuta frequentando le scuole, l’oratorio e il gruppo sportivo San Luigi grazie alla passione per la pallavolo.

Un dramma che ha lasciato attoniti e sgomenti gli amici e i compagni di scuola del liceo Medardo Rosso e i conoscenti, presenti questa mattina con le mascherine sul volto a nascondere, solo parzialmente, le lacrime e il dolore.

Tantissime persone, tra cui anche gli agenti della Polizia ferroviaria, che, rispettando scrupolosamente le indicazioni anti Covid prescritte dagli alpini, hanno voluto stringersi, anche se solo simbolicamente, intorno alla famiglia e manifestare vicinanza e affetto di fronte a una tragedia che ha lasciato senza parole.

Impossibile credere, infatti, che Federica, Chicca per gli amici, non ci sia più. Lei così solare ed estroversa, caparbia e testarda, capace di portare sempre una parole di conforto e aiuto agli altrimenti.

Il ricordo dell’allenatrice

“Non ti preoccupare, capitano, le tue compagne continueremo a sgridarle noi” ha detto un’allenatrice della squadra di pallavolo del gruppo sportivo San Luigi dove Federica giocava salendo sull’altare subito dopo la comunione. “Sappi che ogni volta che torneremo in palestra tu sarai sempre con noi, come quei braccialetti che dimenticavi sempre sui gradoni. Hai dato tantissimo a tutti noi, compagni e allenatori. E ti ricorderemo sempre per il tuo carattere solare ed esplosivo, con cui riuscivi a mettere a proprio agio tutti, parlando con parole semplici che semplici non erano perché erano capaci di riportare il sorriso a tutti. Quel sorriso contagioso e quella risata fragorosa che sentivamo spesso quando, piuttosto che allenarti con il bagher, ti fermavi a spettegolare sull’ultima novità”.

Il presidente del gruppo sportivo San Luigi

Una passione, quella per la pallavolo, rimarcata anche da Ermanno Dell’Oro presidente del Gs San Luigi, che ha voluto rivolgere anche un abbraccio ai genitori e alla sorella, promettendo amicizia e vicinanza. Un riferimento, quello all’apertura e alla capacità di restare in ascolto, anche quando il dolore brucia l’anima, sottolineato dal vicario episcopale monsignor Maurizio Rolla durante la predica del funerale concelebrato insieme al parroco don Alfredo Maggioni. “Cercate di trovare il punto in cui le persone non vi manchino più, ma siano presenti ovunque loro siano. Federica è assente, ma ci sono vivi più morti di lei – ha detto il monsignore parlando a braccio e rivolgendosi direttamente ai genitori Giovanni e Simona e alla sorella Elisa -.  Noi vorremmo trovarla a casa, ma sappiate che Federica, seppur mancante, è presente. Per questo portatela sempre nelle vostre preghiere, anche io cercherò di farlo insieme ai tanti giovani a cui abbiamo detto precocemente addio”.

La predica di monsignor Rolla

Monsignor Rolla ha ammesso la “difficoltà a tenere la barra dritta di fronte a una morte che ci lascia sgomenti”. E si è tenuto per questo fedele alle parole delle Sacre Scritture e del Vangelo, facendo un parallelo tra il dolore di Marta e Maria per la morte del fratello Lazzaro e quello della famiglia di fronte all’improvvisa scomparsa di Federica. “In questa lunga settimana tanta gente è venuta a trovarvi cercando di offrirvi una consolazione, ma non è facile trovare una parola di vera consolazione anche da parte delle persone di cui avete imparato a fidarvi. Perché, anche a noi, come Marta, viene da dire: “Se tu Signore fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto”. E anche noi vorremmo avere qui, viva e vegeta, Federica. Le Sacre Scritture ci invitano ad andare incontro al Signore con gioia e questa parola può indurre a pensare che la Chiesa sia fuori dal mondo. Eppure, le parole di speranza, apertura e gioia non si possono fermare neppure di fronte al dolore più profondo perché la fede è un campo di battaglia, è una lotta corpo a corpo”.

“Ci sono vivi più morti di lei”

Una metafora a cui monsignor Rolla si è appigliato più volte cercando di entrare nei risvolti, sfaccettati e complessi, dei rapporti tra genitori e figli, tra adulti e giovani. “Spesso ai genitori sembra di non riuscire a cavare un buco dai figli, ma anche per i ragazzi è così. In questa lotta corpo a corpo si infilano cose che non sapremo mai, visibili solo a Dio. Capita che i ragazzi siano distanti per non essere toccati dalle cose che non piacciono, ma rischiano di esser comunque travolti dalla vita”. Da qui l’invito ai familiari a restare in ascolto e a restare aperti: “Federica è assente, ma ci sono vivi più morti di lei. Portatela sempre nelle vostre preghiere, anche io cercherò di farlo”.

La raccolta fondi promossa dalla famiglia

Un monito che la famiglia Ripamonti sembra aver già fatto proprio decidendo, già nei giorni scorsi, di promuovere una raccolta fondi da destinare a un’associazione del territorio che si occupa di adolescenti e famiglie per sostenere progetti di prevenzione e cura rivolte a loro.