Imbersago, straziante addio a Claudia Bonfanti: “La tua vita è stata un dono”

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Chiesa gremita questa mattina, martedì, per i funerali di Claudia Bonfanti, 54 anni

I ricordi carichi di affetto e gratitudine degli amici e di don Bruno: “Ha dato tempo, vita ed energie per lo sport, insegnando ai giovani il valore del sacrificio”

IMBERSAGO – “Se vogliamo ricordarla seriamente cerchiamo anche noi di fare qualcosa di bello ogni giorno. Il mio consiglio è quello di smetterla di lamentarci per quello che non va bene e iniziare a darci da fare”. Anche il parroco don Bruno Croci ha fatto fatica a trattenere le lacrime questa mattina, martedì, durante il funerale di Claudia Bonfanti, 54 anni, volto noto del paese e figura di riferimento del mondo del ciclismo regionale, scomparsa improvvisamente sabato scorso a causa di un’ischemia.

La chiesa parrocchiale non è riuscita a contenere tutte le persone che hanno voluto salutare per l’ultima volta Claudia e stringersi in un abbraccio al marito, al figlio, alla madre e a tutti i parenti. Sempre sorridente, ottimista, accogliente e capace di mettere armonia tra le persone, era diventata una dirigente, apprezzata e stimata, all’interno del Comitato regionale lombardo, seguendo in particolare, complice la passione del figlio, il settore della mountain bike. Sulla bara, ricoperta dai fiori, è stata adagiata anche una maglia da ciclismo della Federazione regionale oltre al gagliardetto associativo, a dimostrazione di un legame fortissimo e sincero.

Claudia ha dedicato tempo, energia e vita allo sport, insegnando ai ragazzi la pratica sportiva. E questa è una cosa bellissima perché lo sport educa al sacrificio, alla dedizione, alla perseveranza. La sua vita è stato davvero un dono e dobbiamo farne tesoro” ha sottolineato il sacerdote ricordando anche il gesto di grande generosità dei familiari che hanno acconsentito all’espianto degli organi.

Con delicatezza e cercando di trovare le parole più appropriate per accostarsi al dolore terribile e bruciante dei familiari, don Bruno ha riconosciuto come anche il silenzio in cui l’intera comunità imbersaghese è piombata non appena si è diffusa la notizia della sua prematura e improvvisa scomparsa, racconta dell’affetto e dell’amicizia per la giovane donna, diventando anche una testimonianza di vicinanza e condivisione del dolore con i familiari.

“Non siamo qui a commemorare le tante cose belle che ha fatto Claudia” ha aggiunto don Bruno agganciandosi al brano di Vangelo appena letto. “Siamo qui a ricordare che il Signore ci vuole in paradiso. Anche io, appena ho saputo da una telefonata che le sue condizioni erano disperate, sono rimasto incredulo visto che Claudia rappresentava il prototipo della persona sana e in salute. Ho ripreso in mano il Vangelo e ho pensato a cosa avrei potuto dire alla mamma, chiamandola al telefono. La risposta me l’ha fornita lei stessa dicendo che il papà di Claudia, scomparso lo scorso anno nel pieno dell’emergenza Covid, l’aveva voluta con sé”. Un’immagine fortissima con cui don Bruno ha concluso la predica: “Quando succedono queste cose, ci si domanda sempre il perché. La scienza dà una risposta ed è quella che si può leggere sul referto dell’ospedale. Ma il perché vero lo possiamo intuire solo guardando il crocefisso”.

Al termine della cerimonia alcuni amici hanno voluto leggere dei ricordi di Claudia Bonfanti. “Ti sei sempre data da fare per noi per supportarci e aiutarci non solo nella prima ondata quando l’attenzione di tutti era alta, ma anche nella terza ondata non hai mai smesso di portare il tuo contributo con una grandissima generosità” ha sottolineato un’amica sanitaria mentre i referenti del Comitato federale di ciclismo hanno ricordato la grande disponibilità e la cordialità di ogni suo gesto: “Non ti tiravi mai indietro quando si trattava di portare i ragazzi alle gare, cucinare per loro oppure intonare una canzone sul pullmino per staccarli dalle cuffiette. Eri capace di portare armonia e hai lasciato una traccia enorme in tutti noi”.