Merate. L’addio ad Andrea, morto a 29 anni: “Dacci la forza di andare avanti”

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In tanti oggi pomeriggio, giovedì, al funerale celebrato in chiesa parrocchiale a Novate

Toccanti i ricordi dei familiari e della compagna Angela: “La nostra Bianca stravedeva per te”

MERATE – “In un istante te ne sei andato e ora ci sentiamo smarriti. Speriamo tu possa guidarci da lassù”. Sono le parole commosse e struggenti con cui il papà Francesco, la mamma Marisa e la sorella Valentina hanno voluto dire addio ad Andrea Mastropaolo, il ragazzo di soli 29 anni morto lunedì sera, in un terribile incidente stradale avvenuto lungo il rettilineo che collega Cornate a Verderio.

 

Tantissime le persone che hanno voluto prendere parte oggi pomeriggio, giovedì, al funerale del giovane papà celebrato nella chiesa parrocchiale di Novate stringendosi in un abbraccio forte e struggente alla piccola Bianca, che dovrà crescere senza quel papà per cui stravedeva, alla campagna Angela e a tutti i familiari. Non è stato facile per il parroco, don Eugenio Folcio, trovare le parole giuste con cui provare a lenire gli animi straziati delle persone presenti in chiesa.

 

“Ogni parola oggi pesa e fa fatica a penetrare nel nostro cuore – ha detto il sacerdote all’inizio della cerimonia funebre -. Non possiamo fare a meno di chiederci dove sia Andrea adesso e che fine abbiano fatto i suoi sogni, i suoi progetti, ma anche le sue inquietudini e le sue nostalgie”. Alzando lo sguardo verso i fedeli don Eugenio si è chiesto: “È veramente tutto finito, tutto azzerato?” La risposta, non poteva che giungere dalla fede: “Siamo qui oggi come cristiani, credenti e amici che cercano una risposta. E il Signore ci dà queste risposte, perché è lui stesso, Cristo risorto, la risposta. Solo lui può dire al papà e alla mamma di Andrea, a tutti i suoi cari, di non piangere. Noi ci guardiamo bene dal dirlo, perché le lacrime fanno parte della nostra umanità e sono vere, sono sincere soprattutto laddove lo strazio è lacerante”.

Riflessioni che hanno trovato ulteriore sostanza durante l’omelia, in cui don Eugenio ha invocato la parola del Signore come raggio di luce nello smarrimento in cui, in questi giorni, stanno vivendo i familiari. Un turbamento profondo in cui trovano spazio domande e interrogativi. “In questo momento ci chiediamo perché proprio lui? Sono le stesse domande che Gesù pose al Padre sulla croce. Però poi lo stesso Gesù ci ha aperto alla speranza, facendo in modo che morte non sfoci in un baratro oscuro. Oggi Andrea si presenta al Signore con tutto se’ stesso. E io sono convinto che in quello schianto, Andrea abbia avuto un sussulto come lo ebbe da bambino quando si presentò all’altare per il battesimo. E in un istante abbia chiesto: prendimi con te, portami al cuore. Noi siamo fatti per questo, anche se non ce ne accorgiamo. Non siamo in grado di soddisfare la nostra sete di amore, se non attraverso quello che ci offre Dio”.

Quell’amore che Andrea non aveva mia fatto mancare ai suoi familiari e alla famiglia che aveva costruito insieme alla compagna. E’ stata lei a voler leggere un pensiero di affetto, ricordando il sorriso e la voglia di vivere del compagno: “Andrea era un grande lavoratore: pensava sempre a come diventare più bravo nel fare il panettiere, lavoro che riteneva il più bello del mondo. Era una persona con un grande cuore che ti dava tutto senza riserve. Dal nostro amore è nata Bianca, che adorava. E anche la bimba stravedeva per il suo papà. Quando erano insieme i loro occhi si illuminavano”.

Non meno commosse le parole dei genitori che lo hanno dipinto come un ragazzo solare, dedito al lavoro e grande appassionato di calcio. “I tuoi amici ti ricordano come grande campione, il tuo sorriso, la tua bontà d’animo dicono di te che eri un ragazzo dal grande cuore e molto determinato. Come dice uno dei tuoi cantanti preferiti: la vita è un brivido che vola via. Andrea dacci tu la forza per andare avanti. Non è un addio ma un arrivederci: in ogni nostro gesto ci sarai sempre”.