Merate, multati per essere andati a trovare il padre in fin di vita: “E’ un abuso”. Il comandante replica

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L’episodio risale al 30 aprile poco prima dell’avvio della Fase 2: multato il marito alla guida dell’auto

Il comandante: “Sanzione legittima, ma umanamente comprendo. Invito la famiglia a rivolgersi al Prefetto”

MERATE – “Ogni legge dovrebbe essere applicata nel merito e nessuno dovrebbe poter abusare del proprio ruolo, specialmente quando si tratta dei diritti fondamentali delle persone”. Sono parole cariche di dolore e rabbia quelle pronunciate da Cinzia Sinigaglia, colpita nei giorni scorsi dalla morte del padre e beffata da una multa che ha un sapore troppo amaro per poter essere digerita.

Una storia di rabbia e dolore

A raccontare l’episodio è la stessa donna, residente a Caponago, in provincia di Monza e Brianza. “Martedì 28 aprile ricevo una telefonata dalla Rsa Villa Serena di Introbio dove è ricoverato da sei anni mio padre Giulio. Mi dicono che è stato colpito da ictus e che era paralizzato nella parte destra del corpo e non era cosciente. Il giorno dopo, però, mi avvisano che era tornato cosciente e allora chiedo se sarebbe stato possibile vederlo, con tutte le precauzioni imposte dalla situazione, ben sapendo che la struttura aveva da subito rispettato il lockdown chiudendo le porte ai visitatori”.

L’ultimo saluto a Introbio

Dalla Rsa di Introbio arriva un via libera, comprendendo l’eccezionalità della situazione: “Con grande senso di umanità, mi è stato permesso di vederlo in zona filtro, dopo essere stata fornita di tutti i presidi sanitari di protezione e di sicurezza. Preciso che mio padre né io abbiamo mai contratto il covid 19 e che il nucleo che lo ospita è pulito”. Date le condizioni di spirito e di salute, il marito di Cinzia decide di accompagnare la moglie dal padre per partecipare all’ultimo saluto: “Nessuno di noi è entrato nella Rsa e siamo rimasti nella zona filtro. Questo incontro, avvenuto con tutte le tutele e protezioni del caso, è servito per darci un minimo di serenità nell’affrontare quello che poi è successo. Siamo convinti di aver fatto la cosa giusta, non abbandonando un vecchio di quasi cento anni al suo destino come un rottame senza importanza”.

Il controllo di polizia in via Statale a Cicognola

Sulla via del ritorno, la coppia viene fermata in via Statale a Cicognola dagli agenti della Polizia locale di Merate. “Abbiamo spiegato la situazione di emergenza spiegando che mio padre quasi centenario era stato colpito da ictus. Per tutta risposta l’agente mi ha risposto che non gli interessava e ha preso i nostri dati multando mio marito dicendo che il suocero non era compreso nelle urgenze”. Era il 30 aprile, da lì a poco con l’entrata nella fase 2, il 4 maggio, l’intero nucleo familiare sarebbe stato contemplato tra gli affetti stabili. “Se l’ictus avesse aspettato ancora una settimana forse non avremmo dovuto subire tutto questo, ma l’ictus purtroppo non conosce le regole burocratiche”.

La multa da 373,40 euro

Il controllo si chiude con la sanzione di 373, 40 euro. “Siamo ripartiti, umiliati e profondamente irritati, non tanto per la sanzione, pesante e a nostro avviso assurda, ma per l’atteggiamento e il totale disinteresse verso i fatti reali. Una volta giunti a casa l’irritazione si è trasformata in indignazione, perché nel modulo della sanzione l’agente ha falsato totalmente la dichiarazione di mio marito, facendo passare lo spostamento per una normale visita”.

La lettera a sindaco e comandante della Polizia locale

La rabbia e l’indignazione si sono trasformate in una lettera inviata al sindaco Massimo Panzeri e al comandante della Polizia locale Roberto Carbone (LEGGI QUI). “Ritengo immotivato il pagamento di questa multa, ma ritengo ancora più importante che si riescano a evitare atteggiamenti di questo tipo, che diffondono unicamente rabbia e sfiducia nelle istituzioni”.
Dal canto suo il comandante della Polizia locale di Merate Roberto Carbone difende l’operato dei suoi uomini.

Il comandante Roberto Carbone e il sindaco Massimo Panzeri

“I miei agenti hanno agito in punta di diritto in base a quello che prevedevano le normative in quel particolare momento storico dell’emergenza epidemiologica in corso. Allora non si potevano certo prevedere gli allentamenti alle restrizioni, tra cui appunto il via libera alla visita ai congiunti, previsti ora. La multa quindi era legittima perché non ci si poteva spostare per fare visita a un proprio parente, per di più in due in auto”.

Una considerazione di diritto a cui il comandante affianca però un’altra riflessione: “Posso capire umanamente le ragioni di questa famiglia. Non siamo né io né il sindaco a poter però risolvere la questione. Per questo la invito a presentare ricorso al Prefetto per chiedere l’annullamento della sanzione”.