Merate, ultimo saluto in musica al grande trombonista Tony Spada

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Il trombone a fianco della bara al funerale di Tony Spada

Al termine del funerale sono state diffuse le note di “When the Saints go marching in” interpretate dallo stesso musicista

Nella predica don Luca ha rimarcato: “Tony Spada ci ha insegnato che la vera arte ha bisogno di cura, pazienza e attenzione così come la vita”

MERATE – Il trombone accostato vicino alla bara cosparsa di fiori. E, al termine del rito religioso, le note di When the Saints go marching in, da lui stesso magistralmente interpretate in una registrazione di anni fa, regalate a tutti i presenti.

C’erano tanti amici, allievi e conoscenti oggi, giovedì, in chiesa parrocchiale a Merate, al funerale di Tony Spada, il grande musicista meratese scomparso martedì all’età di 85 anni. Trombonista di successo, talentuoso ed estroso, Spada era riuscito a trasformare la sua passione per la musica in una vocazione, salendo sul palco, negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta con gli esponenti più famosi del mondo musicale italiano e internazionale. Un virtuosismo musicale a cui si univa una spiccata capacità di dominare il palco, con gesti e movenze che lo hanno reso un’icona degli anni della grande musica leggera italiana.

A fianco di big della musica come Adriano Celentano e Paolo Tomellieri, Spada era riuscito a portare in alto il nome della città di Merate, a cui era rimasto legatissimo, tanto da voler aprire qui un negozio di rivendita di articoli e strumenti musicali, mettendo a disposizione competenze e capacità come maestro di intere generazioni di allieve che oggi hanno voluto stringersi intorno alla moglie Sandra e ai figli Cristiano e Chantan.

“Bastano sette note per avvicinarsi al cielo – ha sottolineato don Luca Rognone durante l’omelia del funerale celebrato nella chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio – . Tony ci ha insegnato che la vera arte ha bisogno di pazienza, cura e attenzione, così come la vita che non va sprecata in banalità. Sta a noi continuare a produrre quel suono così melodioso che lui ha prodotto in vita, ricordandoci che le grandi orchestre funzionano se i musicisti che le compongono non vanno per la propria strada e se nessuno di loro sovrasta il suono dell’altro”.