Merate: un minuto di silenzio e serrande abbassate per il piccolo Gioele

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Un gesto semplice per esprimere vicinanza alla famiglia di Gioele Petza, 7 anni, morto dopo essere stato investito da un’auto

Anche i negozianti hanno abbassato a metà le saracinesche in segno di rispetto verso il lutto della famiglia

MERATE – Un minuto di silenzio e serrande abbassate a metà per il piccolo Gioele Petza, il bambino di soli 7 anni, morto martedì in ospedale a Bergamo dove era ricoverato nel reparto di Terapia intensiva dopo essere stato investito da un’auto giovedì 6 maggio mentre camminava insieme alla mamma Jenny e alla sorella Giorgia sul marciapiede in via Degli Alpini di fronte alla caserma dei Vigili del Fuoco.

Un urto violentissimo che ha scaraventato l’intera famiglia diversi metri in avanti: ad avere la peggio il piccolo Gioele, alunno della 2 A della scuola primaria di Cernusco, le cui condizioni di salute sono apparse da subito molto gravi. Trasportato con l’elisoccorso all’ospedale di Bergamo e sottoposto immediatamente a una delicata operazione chirurgica il bambino è morto martedì mattina, riempiendo di dolore e sgomento tutte le persone che avevano sperato in un miracolo.

Questa mattina, per testimoniare la vicinanza alla famiglia cernuschese da parte della città dove è avvenuto l’incidente, il sindaco Massimo Panzeri ha invitato la cittadinanza a osservare un minuto di silenzio. Lo stesso primo cittadino, insieme ad altri amministratori e a diversi dipendenti, si è portato all’ingresso del Municipio per osservare il minuto di silenzio. Anche diversi negozi cittadini hanno raccolto l’invito dell’associazione La Nostra Mela abbassando a metà le saracinesche.

Un piccolo gesto, di fronte a un dolore inumano e devastante come quello che stanno affrontando i genitori di Gioele e la sorellina Giorgia ancora in attesa di sapere quando potrà essere celebrato il funerale. Ieri infatti, su disposizione della Procura di Lecco, a cui sono affidate le indagini, è stata eseguita l’autopsia sul corpo del piccolo Gioele.

Denunciato inizialmente per lesioni gravissime, l’automobilista alla guida della Fiat Punto ritenuto responsabile dell’investimento della famiglia dovrà rispondere ora di omicidio colposo stradale, in base all’articolo 589 del codice penale. Subito dopo l’incidente, l’uomo, originario del Pakistan e residente a Carnate, aveva dichiarato agli agenti di essere stato speronato da un’auto che, dopo aver travolto la famiglia, si era data alla fuga.

Ma la sua testimonianza non aveva, fin da subito, convinto gli agenti della Polizia locale che, presenti sul posto insieme ai Carabinieri, lo avevano poi portato al comando per formalizzare la denuncia. Troppe le prove trovate a suo carico durante i rilievi, tali da smontare l’ipotesi dell’auto pirata:  a terra infatti sono stati trovati solo pezzi della carrozzeria e dei fanali della Fiat Punto, macchina su cui sono state trovate anche tracce del rivestimento colorato dello zaino del bimbo. Non solo, ma anche i danni riportati dall’auto sono stati ritenuti incompatibili con la collisione con un’altra auto.