Missaglia: il rombo delle Harley per l’addio a Giuseppe Brivio

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Questa mattina, martedì, il funerale del motociclista che  sabato sera a Cassago ha travolto un giovane di 19 anni, morto poi in ospedale

Don Bruno: “Non siamo qui per giudicare: solo Dio conosce la storia di ognuno di noi”

MISSAGLIA – “In questi momenti sarebbe meglio il silenzio, il silenzio eloquente di chi riconosce la fragilità umana”. Anche don Bruno Perego ha faticato non poco questa mattina, martedì, per trovare le parole di fronte alla tragedia avvenuta sabato sera in via Sauro quando due vite si sono spezzate in un incidente brutale e terribile.

Giuseppe Brivio, 54 anni, nato e cresciuto a Missaglia stava tornando a casa ad Albiate in sella alla sua potente Harley Davidson quando ha perso il controllo del mezzo in corrispondenza del dosso davanti al bar Briantea finendo sul marciapiede su cui stava camminando Matteo Pampolini, 19 anni appena, che stava trascorrendo la serata insieme alla fidanzata Martina e altri due amici.

L’urto è stato violentissimo e devastante tanto che le condizioni di entrambi sono apparse subito disperate e la corsa in ospedale si è rivelata inutile. Questa mattina nella basilica di Missaglia si è tenuto il funerale del centauro brianzolo, conosciuto in paese per la passione per le due ruote e per aver gestito, per alcuni anni insieme al fratello, il bar Cerenguito. “Di fronte a queste tragedie riconosciamo la fragilità umana e riscopriamo di essere fatti di fango – ha proseguito il sacerdote sottolineando come la radice della parola umiltà, attitudine a cui tutti dovrebbero tendere, risale proprio a humus, la terra – . Anche se dotati di potenti mezzi, anche se provvisti di intelligenza, anche se capaci di arrivare fino alla Luna e oltre siamo delle persone fragili in tutti i sensi, dal fisico alla psiche. L’uomo però non è fatto per la morte e la tragedia: Dio ci ha fatto per la vita e siamo qui oggi a ricordare questo”.

Non solo. Sottolineandolo più volte durante la predica, don Bruno ha ricordato le parole del Vangelo e delle Sacre Scritture, evidenziato la necessità di “non giudicare per non essere giudicati. Il Signore ce lo dice e ci ricorda di essere sceso in mezzo a noi non per giudicare ma per salvarci. Solo Dio conosce la storia e le vicende di ognuno di noi e ci ricorda di non giudicare e di affidare tutti alla sua misericordia, invitandoci a trarre cose buone anche dalle righe storte degli uomini”.

Parole che sono parse come un invito, rivolto a tutti, di fronte a un incidente tanto brutale quanto terribile costato la vita, purtroppo, a due persone.
Al termine del rito religioso, il feretro di Giuseppe Brivio è stato accolto sul sagrato dal rombo delle Harley Davidson, posizionate intorno al carro funebre a mo’ di raggiera per abbracciare, per l’ultima volta, l’amico harleysta morto proprio in sella all’amata due ruote.

In tanti hanno voluto stringersi intorno alla mamma Nicoletta, ai fratelli Fabrizio e Domenico e alla compagna Angela, sconvolti e attoniti per un dolore troppo grande da affrontare.

Questo pomeriggio alle 15 nella chiesa di San Vito a Barzanò verrà invece celebrato il funerale del giovane Matteo Pampolini, travolto sabato sera in via Sauro a Cassago mentre si trovava sul marciapiede.