Olgiate, l’addio al meccanico morto: “Sei stato il fratello che tutti vorremmo”

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Chiesa gremita oggi, martedì, a San Zeno per i funerali di Gianluigi Bonfanti

Don Giancarlo: “La morte di Gianluigi ci dice quanto è stato grande il suo amore fraterno per Maurizio”

OLGIATE MOLGORA – “Non basterebbe un giorno per raccontare quello che Gian è stato per me. E’ stato il fratello maggiore che tutti vorremmo, un papà, un maestro. So solo dire che lo ringrazio per tutto quello che ha fatto per me”. Con la voce rotta dal pianto Maurizio Bonfanti ha voluto tributare, dal pulpito, un ultimo commosso ricordo del fratello Gianluigi Bonfanti, 64 anni, il meccanico morto venerdì scorso durante un tragico incidente sul lavoro.

meccanico morto
Il lungo corteo verso il cimitero di San Zeno

L’infortunio  è avvenuto all’interno della ditta, la Giemme attrezzature di via De Gasperi, da loro fondata nel 1987. Gianluigi Bonfanti era andato in officina per dare una mano al fratello e stava riparando una pompa quando, per una tragica fatalità, è rimasto schiacciato sotto.  Inutili i tentativi di soccorso: l’uomo è morto praticamente sul colpo. La notizia della sua morte si è subito diffusa in tutto il Meratese, dove Bonfanti era molto conosciuto e stimato.

Chiesa gremita per i funerali

Oggi, martedì, nella “sua” San Zeno sono stati celebrati i funerali. La chiesa parrocchiale  non è riuscita a contenere tutte le persone accorse per salutare per l’ultima volta un uomo buono e generoso. Un lavoratore instancabile e appassionato che venerdì aveva deciso di dare una mano in officina al fratello minore nonostante fosse già in pensione. Un particolare quest’ultimo sottolineato anche dal parroco, don Giancarlo Cereda, durante l’omelia.

Rivolgendosi direttamente a Gianluigi con tono fraterno, il sacerdote ha ribadito: “Proprio tu che già potevi goderti la pensione hai trovato la morte sul lavoro. Proprio tu dovevi morire che sei ancora pieno di energia mentre tua madre ammalata fatica a sopravvivere. Ma chi siamo noi per comprendere i disegni che il Signore nasconde sotto le tenebre”.

La predica di don Giancarlo

Don Giancarlo ha voluto sottolineare, ancora una volta, il profondo e sincero legame di affetto e stima tra i due fratelli: “Certo che la morte di Gianluigi ci dice quanto è stato grande il suo amore fraterno nei confronti di Maurizio con cui ha voluto condividere le responsabilità dell’azienda anche se era già in pensione”. Uomo schivo e riservato, Gianluigi era stato capace di seminare, in silenzio, tanto bene. Non a caso il parroco ha parlato delle tante opere buone di solidarietà da lui compiute, frutto della sua generosità. “In lui non c’era un’eccessiva bramosia di denaro, quanto invece giustizia, onestà, verità e carità, tutte virtù che hanno il sapore dell’eternità”.