“Ora lui ci guarda dal cielo”: l’abbraccio di Cernusco al piccolo Gioele

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Gioele Petza, 7 anni, è stato investito giovedì scorso mentre camminava sul marciapiede con mamma e la sorella

La famiglia ha acconsentito all’espianto degli organi. Il sindaco: “Ora è il momento del silenzio e del rispetto”

CERNUSCO – “Gioele ora ci guarda dal cielo”. Sono parole cariche di dolore e cordoglio quelle pronunciate dal sindaco Giovanna De Capitani di fronte alla scomparsa del piccolo Gioele Petza, morto questa mattina, martedì, a soli 7 anni, in un letto dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dove era ricoverato da alcuni giorni.

Giovedì scorso la camminata, svolta insieme alla mamma Jenny e alla sorellina Giorgia, di soli 12 anni, si è trasformata in tragedia con un’auto piombata all’improvviso sul marciapiede di via degli Alpini a Merate, davanti alla caserma dei Vigili del Fuoco. La Fiat Punto, guidata da un cittadino di origini pakistane residente a Carate, ora indagato per omicidio colposo, ha centrato in pieno il piccolo Gioele,  facendogli compiere un volo di diversi metri. Le sue condizioni erano apparse, da subito, disperate, tanto che in volo si era alzato l’elisoccorso per cercare di accelerare il più possibile le operazioni di soccorso e trasportare il più velocemente possibile il bimbo all’ospedale bergamasco, specializzato in chirurgia pediatrica.

Sottoposto a un delicato intervento alla testa, Gioele ha lottato come un guerriero per alcuni giorni, ma purtroppo il miracolo, invocato da tutti, non si è avverato. Il filo di speranza si è spezzato stamattina quando i genitori, Massimiliano e Jenny, hanno acconsentito a spegnere i macchinari respiratori a cui il piccolo era collegato. Non solo, ma in un estremo gesto di generosità, hanno anche acconsento all’espianto degli organi. Ora saranno i medici a dire se e quali organi potranno essere prelevati.

“Tutta la nostra comunità si ritrova unita nel dolore e nella vicinanza alla famiglia. Un pensiero affettuoso alla sorellina che sta affrontando questo dramma con tanta forza e ai compagni di Gioele che smarriti non possono accettare alcuna spiegazione di quanto accaduto. Adesso è il momento del silenzio e del rispetto” le parole del sindaco, che in questi giorni, insieme al parroco don Alfredo Maggioni e all’intera comunità, non ha mai smesso di sperare che questa storia potesse avere un’altra fine. Gioele invece è volato in cielo. Presto, troppo presto. Lasciando in tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo il ricordo di un bimbo buono, entusiasta e curioso della vita.