“Siamo fatti anche di cielo”: l’ultimo commosso saluto a Stefano Clementi

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Direttore vendite per il Nord Italia della Just, aveva ristrutturato cascina Vedù e aperto un B&B

Tantissime le persone presenti oggi al funerale: “Ha coltivato in modo eclettico il valore della bellezza”

MERATE – “Ha saputo coltivare in modo eclettico il valore della bellezza e le virtù della disponibilità e della generosità. Sono questi tratti di umanità che ci fanno percepire e intuire che siamo fatti anche di cielo”. Con queste parole il parroco don Luigi Peraboni ha voluto ricordare Stefano Clementi, scomparso nei giorni scorsi all’età di 65 anni.

Stefano Clementi

Tantissime le persone che hanno voluto salutare per l’ultima volta un uomo che nella sua vita è sempre riuscito a ricercare il bello, a motivare e trascinare gli altri, coinvolgendoli in tanti progetti, esperienze e avventure.

Direttore vendite della Just per il Nord Italia

Carismatico e talentuoso, Clementi era anche umile, generoso e soprattutto capace di leggere dentro gli occhi degli altri. Direttore vendite per il Nord Italia e per alcuni Paesi esteri della Just, la nota casa svizzera produttrice di prodotti di bellezza naturali, Clementi era arrivato a Merate nel 2009 dopo aver abitato per qualche tempo a Rovagnate, dove aveva anche gestito per qualche tempo il centralissimo bar della Pesa.

A Merate a Cascina Vedù

In città aveva ritirato e ristrutturato Cascina Vedù, dove è attualmente attivo un bed & breakfast raffinato ed elegante. Uomo di cultura, amante del bello nel senso più ampio del termine, Clementi era riuscito a coniugare la passione per il lavoro con quella per il teatro, la scrittura, l’alta moda e la letteratura. Eclettico e per certi versi stravagante, non era un uomo capace di stare con le mani in mano ed era sempre incuriosito da tutto quello che lo circondava, cercando sempre il bello.

L’uscita del feretro dalla chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio

Non è un caso se questo pomeriggio i suoi familiari più stretti hanno voluto ricordarlo, al termine della sentita e partecipata cerimonia funebre, leggendo proprio un suo racconto che riportiamo integralmente. Clementi lascia la mamma Anna Maria e i figli Vladimiro, Michele ed Edoardo.

Il suo scritto letto al termine del funerale

“Apparivi sulla soglia della casa. Da dodici inverni attendevi, ma quando la porta si aprì, ti tremarono le gambe. Il cuore fu stretto in una morsa di paura. Allora ti rividi bambina. Non avevi un abito di raso, eppure eri bella come la principessa di quella favola da piccoli. Eri piccola, perfetta nel tuo volto di porcellana. Gli occhi non conoscevano le lacrime della paura. Poi vennero i giorni e corsero via. Ora le campane suonavano le cinque mentre il destro muoveva il primo passo. L’incedere era incerto come quando giocavi a nascondino nella casa grande dell’infanzia. Non eravamo dei bambini, anche se non saremmo mai grandi. Adesso avevamo paura entrambi. Ma i volti si accalcavano sulla porta della chiesa. La sera prima c’eravamo parlati e mi sussurrasti “Nulla cambierà perché tutto è già cambiato”. Avevamo dimenticato la giovinezza che lasciamo sulla porta della chiesa. Allora comprendemmo l’amore e le lacrime di gioia. Addio bambina mia, addio, mentre la donna salutavo felice dell’incontro con l’uomo del sogno”.