Metal Money. Confermata la condanna al boss Vallelonga

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Operazione Metal Money
Nell'immagine l'intercettazione di un incontro tra i criminali e un imprenditore vessato

‘Ndrangheta, l’appello conferma le condanne per i quattro imputati dell’indagine Metal Money

Pena a 26 anni per Cosimo Vallelonga, al centro dell’inchiesta

 

LECCO – Condanne confermata in appello per gli indagati dell’indagine Metal Money, che nel 2020 aveva fatto luce sull’organizzazione criminale accusata di traffico illecito di rifiuti, frode fiscale, autoriciclaggio, usura ed estorsione.

Ventisei anni la pena inflitta a Cosimo Vallelonga, 72enne residente a La Valletta Brianza, ritenuto a capo del gruppo.

L’uomo, già condannato per associazione mafiosa nell’operazione “I fiori della notte di San Vito” negli anni Novanta e per la maxi indagine “Infinito” del 2010, era stato arrestato a febbraio nel corso di un maxi blitz che aveva visto coinvolto il personale della Squadra Mobile della Questura di Lecco e i Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria (G.I.C.O.) di Milano e di Lecco, nell’ambito di un’indagine denominata Cardine Metal Money coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano.

In primo grado, nel processo con rito abbreviato, era stato condannato a 20 anni di carcere. Questa nuova condanna in appello contempla anche la continuazione di pena per l’indagine Infinito di cui Vallelonga ha già scontato 8 anni.

Riviste in secondo grado le pene per Vincenzo Marchio (condannato a 10 anni, erano 12 in primo grado) e per Paolo Valsecchi (otto anni e cinque mesi, sentenza ridotta di un mese rispetto al primo grado) mentre è confermata interamente la pena a 2 anni e sei mesi per Luciano Mannarino.