Metastasi, nell’udienza lecchese i soldi del clan e gli “affari con la politica”

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    Tribunale di Lecco (1)
    L’ingresso del Tribunale di Lecco, sede del Processo Metastasi

    LECCO – Nuovo teatro, stesso protagonista: l’udienza odierna del processo “Metastasi” è stata celebrata per la prima volta tra le mura del palazzo di giustizia lecchese, in un’aula gremita di persone. Dietro alle sbarre i cinque imputati attualmente detenuti nel carcere di Voghera: Mario Trovato, Saverio Lilliu, Antonino Romeo, Massimo Nasatti e Antonello Redaelli, mentre in aula, seduti al fianco dei rispettivi avvocati, l’ex sindaco di Valmadrera Marco Rusconi e Claudio Crotta.

    Rinviato alla prossima udienza il momento del controesame del testimone a causa dell’assenza in aula dei legali di Mario Trovato, Marcello Perillo, e di Antonino Romeo e Massimo Nasatti, Federica Scapaticci.

    Davanti al collegio presieduto dal giudice Enrico Manzi è proseguita quindi l’audizione del maresciallo Flavio Grassi, del Gico di Milano, protagonista già delle scorse udienze, il cui compito è stato quello di rievocare, attraverso l’attività di intercettazione svolta, alcune delle vicende che stando alla linea dell’accusa convaliderebbero l’ipotesi dell’esistenza di una locale facente capo al presunto boss Mario Trovato.

     

    Tribunale di Lecco (2)

     

    Argomento della deposizione del maresciallo Grassi è stato il ruolo svolto da Ernesto Palermo (che ha scelto insieme ai coimputati Bongarzone Claudio e Nania Alessandro il rito abbreviato) all’interno dell’amministrazione comunale lecchese e in particolare le vicende relative al Piano di Governo del Territorio, sul quale proprio Palermo, secondo gli inquirenti, sarebbe intervenuto per conto di Trovato al fine di apportare alcune modifiche, traendone profitti illeciti. L’insegnante galbiatese faceva parte della 5^ commissione urbanistica presieduta dal consigliere comunale Alberto Invernizzi.

    Ernesto Palermo
    Ernesto Palermo

    Le due vicende rievocate attraverso le intercettazioni hanno riguardato il caso di E. e M. I. i, nipoti di Antonello Redaelli, e di Claudio Crotta, titolare insieme a Bongarzone della DBM Electronics e della Rinnovo Immobiliare Srl.  Quest’ultimo (stando all’accusa) tramite il socio Claudio Bongarzone avrebbe infatti corrisposto ad Ernesto Palermo una mazzetta di 15 mila euro al fine di ottenere una modifica del Pgt relativamente ad una strada che, attraversando i suoi terreni, li avrebbe svalutati. I fatti risalirebbero al maggio 2011.

    L’audizione del testimone Grassi, condotta dal pm Bruna Alberti, si è in via conclusiva incentrata sull’attività delle slot machine installate dalla DBM Electronics, generatrici per gli inquirenti di un cospicuo flusso di denaro dietro al quale sarebbe ravvisabile la presenza di Mario Trovato.

    Nel pomeriggio l’udienza ha visto protagonista il terzo teste indicato dalla Procura, il capitano Andrea Badassarre, sempre del Gico di Milano, chiamato a deporre relativamente all’attività di accertamenti patrimoniali svolta dalla Guardia di Finanza sugli imputati, cominciando proprio dalla posizione del presunto boss Mario Trovato.
    Svolta, come dichiarato dal testimone “un’analisi completa dei beni posseduti dall’intero nucleo familiari di Trovato che ha rivelato una posizione reddituale esigua per tutti i componenti”: un dato che per gli inquirenti non troverebbe riscontro nell’effettivo tenore di vita dei Trovato, gestori a vario titolo di società ed immobili, e che rafforzerebbe l’ipotesi di un giro di prestanome per conto di Mario Trovato.

    L’audizione del capitano Baldassarre proseguirà durante la prossima udienza, aggiornata al 18 marzo, data in cui è previsto anche il controesame da parte della difesa.