“Metastasi”, Palermo e quei voti venduti per la sorella candidata a Cosenza

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    Tribunale di Lecco (1)
    L’entrata del Tribunale di Lecco

     

    LECCO – Affari politici e controllo dei voti: sono stati questi gli argomenti ripercorsi nell’udienza del processo Metastasi tenutasi presso il Tribunale di Lecco nella giornata di mercoledì. Di fronte al collegio presieduto dal giudice Enrico Manzi il pm Claudio Gittardi ha condotto l’audizione del Maresciallo Flavio Grassi, protagonista anche delle scorse udienze, che intercettazione dopo intercettazione ha cercato di ricostruire l’intricato quadro di vicende legate all’organizzazione che per gli inquirenti farebbe capo a Mario Trovato, fratello del boss ergastolano Franco Coco Trovato.

    L’inchiesta denominata Metastasi aveva portato lo scorso aprile all’arresto di dieci persone. Di loro tre hanno scelto il rito abbreviato: si tratta dell’ex consigliere comunale Ernesto Palermo, Claudio Bongarzone e Alessandro Nania. I tre torneranno in aula venerdì 20 marzo: per Palermo erano stati chiesti nel corso della scorsa udienza 16 anni di carcere, mentre per Bongarzone e Nania la pena sarebbe ridotta a 10. Processo in corso per gli altri sette imputati, Mario Trovato, Massimo Nasatti, Antonino Romeo, Antonello Redaelli, Saverio Lilliu, Claudio Crotta e l’ex sindaco di Valmadrera Marco Rusconi.

    Presenti anche oggi in aula tutti e sette gli imputati: esclusi Rusconi e Crotta, in libertà, gli altri cinque sono ancora detenuti presso il carcere di Voghera.

    Al centro delle vicende rievocate in aula dal Maresciallo Grassi il ruolo e l’attività di Ernesto Palermo (per l’accusa “l’uomo dei Trovato”) in ambito politico.

    Ernesto Palermo
    Ernesto Palermo

    “Procacciatore di voti”: questo, stando al quadro accusatorio, il ruolo dell’insegnante galbiatese in occasione delle elezioni amministrative del maggio 2011 in Lombardia e in Calabria. Proprio qui, a Cosenza, si era infatti candidata nelle liste comunali la sorella di Palermo, Fiorella.

    L’appoggio elettorale a quest’ultima sarebbe stato costruito a puntino da Palermo, il quale, in accordo con Mario Trovato, si sarebbe proposto di aiutare Maria Mariolina Moioli, candidata per la Lista civica Milano al Centro con Letizia Moratti Sindaco, offrendole la disponibilità del proprio bacino elettorale  e di personalità politiche come Antonio Oliverio (ex assessore provinciale di Milano assolto nel novembre 2011 nell’ambito del processo “Infinito”) e Luigi Calogero Addisi (padrino della figlia di Ernesto Palermo). A far da tramite all’offerta di voti da parte di Palermo sarebbe stata Silvia Ghezzi, esponente politico lecchese in contatto con i referenti per la campagna elettorale della Moioli.

    È il 27 aprile 2011, Palermo chiama Silvia Ghezzi per avere informazioni sull’andamento della campagna elettorale in corso a Milano: “Eh! A chi dobbiamo sponsorizzare?” chiede Palermo, Ghezzi risponde “La Moioli” “Eh, ma l’aperitivo glielo paga? – prosegue PalermoEh, se no questi qua, tu lo sai… non è che si muovono, eh!” Formalizzati poi i termini dello scambio di voti che inizialmente, stando all’accusa, avrebbero previsto un corrispettivo in denaro: “Ti spiego subito guarda, se lei ha voglia davvero, che è… io cinquecento voti glieli blindo, però deve avere voglia, cioè, tu hai capito, non è che stiamo qui a parlare per telefono (…) Cinquecento voti glieli possiamo blindare che sono i nostri, quelli dell’UDEUR. I miei personali diciamo, va”. Dell’accordo appena stipulato Palermo parlerà poi con Redaelli, col quale si reca negli uffici della Ghezzi per concludere la compravendita dei 500 voti da indirizzare alla Moioli: “Faccio qualche soldino!…sponsorizzo una campagna elettorale alla Maiolo giù a Milano, mi dà i soldi… 500 voti glieli giro… andiamo a concludere subito, vieni pure tu che ti faccio capire il mondo com’è!”

    Pochi giorni dopo, il 30 aprile, Palermo chiede direttamente alla Ghezzi aiuto per sostenere la candidatura della sorella a Cosenza, per gli inquirenti un “favore” in cambio della vendita di quei 500 voti per la Moioli: “(…)con lei possiamo fare un discorso magari mio personale con mia sorella lì, no? mia sorella si candida a Cosenza tu lo sai” e dopo altre telefonate annuncia alla sorella di starsi muovendo per aiutarla: “senti io…sto facendo un’operazione…ora vediamo se esce! ti faccio dare una mano da qua direttamente!”

    Alle amministrative del 15/16 maggio 2011 Fiorella Palermo non verrà eletta a Cosenza, mentre a Milano Maria Mariolina Moioli lo sarà ma tra le file dell’opposizione.

    Durante la deposizione del Maresciallo Grassi sono stati ricordati anche i rapporti tra Ernesto Palermo e Dario Sottocasa, convivente di Silvia Ghezzi, al quale l’ex consigliere comunale avrebbe concesso dei favori relativamente ad alcune procedure amministrative, tra cui l’area Galli che voleva essere resa edificabile, l’alienazione dei parcheggi di Via Trieste e i locali in affitto di Via Baracca.

    Terminata l’audizione del teste è toccato alla difesa procedere con il controesame. Per l’avvocato Marcello Perillo, difensore di Mario Trovato,  dalle testimonianze portate in aula non emergerebbero elementi che comproverebbero l’esistenza di una vera e propria locale dell’ndrangheta. Se l’appartenenza di Mario Trovato all’organizzazione mafiosa, si legge nell’ordinanza “è rivelata esplicitamente da Ernesto Palermo e Antonello Redaelli in una conversazione nella quale, criticando la sua vita familiare, dicono che ‘certi comportamenti non possono essere tenuti da un affiliato, da uno che ha seguito un battesimo, da un reggente perché la ‘ndrangheta, è inutile che ci prendiamo in giro, ha certi valori che vanno rispettati’, per il penalista mancano le testimonianze di battesimi o doti ricevute dagli altri imputati, così come dubbia sarebbe la natura di “base operativa” della Pizzeria 046, che durante le intercettazioni ambientali “risulta essere pochissime volte la posizione finale dei soggetti”.

    L’udienza è stata quindi aggiornata al prossimo mercoledì 25 marzo dove proseguirà il controesame della difesa per voce degli avvocati Marilena e Patrizia Guglielmana, difensori di Claudio Crotta.