Molestate in treno. Parla una delle vittime, è lecchese: “Ho avuto paura”

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LECCO – “Tremavo dalla paura.. e non sono una sprovveduta, ho sempre girato molto anche all’estero, Londra, Parigi… Ci sono situazioni nella quali istintivamente cerchi di stare più attenta, alla sera soprattutto.. e non avrei mai creduto che potesse accadere una cosa del genere in pieno giorno”.

A parlare è una delle donne aggredite domenica mattina sul treno della linea Lecco-Milano, ha 42 anni e abita a Lecco. Insieme ad un’amica, residente in Val San Martino, domenica mattina aveva preso il treno, per spostarsi verso il milanese.

“Volevamo andare ad Arese, per fare shopping. Mi sembrava più comodo che utilizzare l’auto, siamo salite a Calolzio e a Milano Centrale avremmo dovuto prendere la navetta che ci avrebbe portato al centro commerciale”.

I progetti delle due amiche si sono interrotti all’altezza della stazione di Arcore, quando uno sconosciuto, un giovane di origine straniera, si è avvicinato alle due donne: “Si è seduto accanto ai nostri posti. Perché sedersi con noi quando il vagone era semivuoto?”.

In un istante il ragazzo, un 23enne nigeriano si scoprirà poi, ha poggiato il suo zaino sul sedile e afferrato la borsa della lecchese: “Gliel’ho strappata di mano e me la sono portata a me, a quel punto lui ha allungato le mani verso la mia amica. Mi sono subito alzata e ho cercato di andarmene, non è stato facile perché lui si era stravaccato e con le gambe mi impediva di muovermi. L’ho dovuto scavalcare a fatica, perché aveva una corporatura per nulla minuta, e in quel momento mi ha palpeggiato il sedere. Ho urlato, lui ha preso i polsi della mia amica, l’ha afferrata toccandole il seno. Anche lei è riuscita a divincolarsi e siamo entrambe fuggite”.

Il vagone, ci racconta la lecchese, era semivuoto e solo un signore è accorso e ha redarguito l’uomo, per poi seguire le due donne dal capotreno.

“In quel momento, si è avventato sulla ragazzina. Dopo quanto successo non avevo nemmeno notato la sua presenza nel vagone, ci siamo alzate e siamo scappate – ci dice la 43enne – L’ha afferrata davanti alla madre e al fratellino più piccolo, avrà avuto sette anni. Era disperato, continuava a piangere. Solo grazie all’intervento degli altri passeggeri, un senegalese e un cittadino marocchino, che lo hanno preso con la forza, quell’uomo è stato allontanato. Sappiamo quello che è successo perché ci è stato raccontato in seguito, quando sono intervenuti i carabinieri, chiamati dal capotreno”.

I militari dell’Arma hanno raggiunto il treno alla stazione di Sesto San Giovanni, bloccando il giovane e arrestandolo. “I carabinieri sono stati gentilissimi, ci hanno portato in caserma per la denuncia e poi ci hanno riaccompagnato in stazione, ci hanno chiesto se avessimo bisogno del biglietto. Li ringrazio tanto.  Eravamo tutte sconvolte. Lo stesso senegalese che è intervenuto, e si è pure fatto male nella colluttazione, era arrabbiato e amareggiato. Ci diceva che vive in Italia da 24 anni ed era la prima volta che entrava in una caserma dei Carabinieri, che ha sempre pagato le tasse e capisce la frustrazione degli italiani. Una cosa è certa, dopo quello che è successo, oggi ho più timore di prima”.

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