Morto il notaio Franco Panzeri. “Abbiamo perso un punto di riferimento”

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Il passaggio di testimone tra Mario Mele e Franco Panzeri al Consiglio notarile nel febbraio del 2012
Il passaggio di testimone tra Mario Mele e Franco Panzeri al Consiglio notarile nel febbraio del 2012

 

LECCO – E’ scomparso il notaio Franco Panzeri, morto all’età di 76 anni. Volto conosciuto, non solo per la sua professione, ricoprendo  l’incarico di presidente del Consiglio Notarile Lecco-Como per nove anni, ma anche per il suo impegno politico sul territorio.

Lo ricorda in una lettera l’ex senatore Antonio Rusconi:
“Quando si perde improvvisamente un amico fidato ed un maestro straordinario, ogni parola mostra un’inevitabile fragilità di fronte soprattutto alla frattura che segna il dolore della sua amatissima famiglia.

Altri parleranno più e meglio di me del professionista esemplare, del Presidente del Comitato notarile della Lombardia, della persona alla quale, dentro e fuori dallo studio, chiedevano un parere, un consiglio, una parola, perché, soprattutto e non solo nel Meratese, Franco Panzeri è stato per decenni un punto di riferimento tra i più autorevoli, con la discrezione e la saggezza che gli erano caratteristici.

Ma non posso dimenticare che, in anni ormai lontani e difficili, di Segretario provinciale della Democrazia Cristiana e poi del Partito Popolare e della Margherita, è stato la persona che mi è stata più vicina, rivestendo il ruolo di Tesoriere con trasparenza e competenza.

Il notaio Franco Panzeri
Il notaio Franco Panzeri

Ci sono persone che attraversano la vita delle Comunità di un territorio e per tutti, nel Meratese, per gli amici, Franco Panzeri era “il notaio”: la passione politica come conseguenza della dottrina sociale della Chiesa e dell’impegno nel cattolicesimo democratico, vissuta però con lo stile dell’amicizia e della libertà, prima con Golfari e con Citterio, poi seguendo le nuove generazioni, tanto da impegnarsi in particolare nel corso per i giovani.

Componente dell’Assemblea Nazionale del Partito Popolare, aveva rifiutato con cortesia le numerose proposte di candidatura a parlamentare o consigliere regionale, ribadendo che la sua professione, che era importante per tante famiglie, esigeva un impegno assiduo.

Una politica disinteressata la sua, lontana da qualsiasi eccesso: penso di non averlo mai sentito parlare male di un avversario, con lo stile di chi cercava sempre di ricomporre ogni frattura, qualsiasi malinteso.

Anche per questo aveva accettato, negli ultimi due anni, di fare il Presidente dell’Associazione Libertà e Democrazia, perché la politica si doveva fondare anzitutto sulla cultura, sui progetti: l’ultimo incontro è stato proprio lunedì 12 dicembre con Stefano Motta (uno dei suoi allievi più cari) , il sottoscritto ed altri amici, per programmare l’attività del prossimo anno, dopo aver ospitato negli ultimi tempi un convegno sull’identità della nostra Provincia con l’obbligo di ricostruire un’alleanza Lecco – Merate e gli interventi, tra gli altri, di Valerio Onida e Pierluigi Castagnetti.

Franco Panzeri era prima di tutto un uomo di cultura, regalava soprattutto libri, in una stagione della politica nella quale il “cursus honorum” imponeva una preparazione storica, una conoscenza di valori profonda; ma era anche una persona di fede profonda, vissuta quotidianamente, continuata e rinvigorita dagli studi, mentre ancora in età adulta partecipava come catechista alla vita della comunità ecclesiale, convinto che è meglio essere e vivere da Cristiani senza dirlo, che proclamarlo senza esserlo”.

A quanti come me molto hanno ricevuto in impegno ed esempio, resta il dovere di una gratitudine e di una restituzione, di una memoria che parla come testimonianza a nuove generazioni, di un impegno che, senza rossore, si può definire servizio al bene comune.

Ha scritto Padre Enzo Bianchi, uno degli autori da lui più amati “Davvero, come recita il Qohelet, tutti gli uomini portano nel cuore il senso dell’eternità…. La morte resta un enigma perché stronca le nostre relazioni, i nostri amori, le nostre comuni speranze, ma questo enigma non deve causare rimozione od oblio: al contrario, ci chiede di essere assunto per viverlo nella verità del ricordo e nella consapevolezza che per noi poveri mortali l’amore è più forte della morte, più tenace degli inferi”.

Grazie per la tua testimonianza di vita Franco”.
Antonio Rusconi