Abusi su alcuni giovani. Inizia il processo al regista Guido Milani

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Il fondatore di Ragazzi e Cinema accusato di presunte molestie sessuali

Otto ragazzi sono parte offesa nel processo

 

LECCO / OGGIONO – I reati che gli vengono contestati sono contenuti nell’articolo 609 bis, ovvero aver costretto alcuni giovani a ‘compiere o subire atti sessuali’ ‘mediante abuso di autorità’, e nell’art. 609 ter, perché alcune delle vittime avevano meno di 14 anni all’epoca dei fatti: l’imputato è Guido Milani ex presidente dell’associazione “Ragazzi e Cinema”, che ora dovrà difendersi da queste accuse.

Nell’udienza preliminare dello scorso ottobre, il filmmaker oggionese è stato rinviato a giudizio e nella mattinata di giovedì si è svolta la prima udienza davanti al collegio presieduto dal giudice Enrico Manzi.

Un appuntamento, quello odierno, che si è svolto a porte chiuse, vista la delicatezza del tema, così come richiesto dalla pubblica accusa, rappresentata dal pm Silvia Zannini.

Hanno assistito ai lavori tre degli otto ragazzi parti offese nel processo. Due di loro, residenti fuori provincia, si sono costituiti parti civile e sono affiancati dall’avvocato Nadia Germanà Tascona,  del foro di Milano.

Guido Milani, fondatore di Ragazzi e Cinema

Assente invece Guido Milani, rappresentato in aula dal suo legale, l’avvocato bresciano Renato Pulcini.

La vicenda

Il caso era emerso nel 2016 quando un giovane attore, 15enne all’epoca dei fatti, si era rivolto agli inquirenti raccontato di presunte molestie nei suoi confronti, durante le prove di alcuni cortometraggi, da parte del regista Milani.

Accuse respinte dal fondatore di Ragazzi e Cinema che, nell’agosto di quell’anno, era stato sottoposto agli arresti domiciliari. Una misura poi revocata, a fine settembre, dal Tribunale del Riesame.

Il processo ora è alle prime battute, si tornerà in aula a inizio maggio con la prossima udienza.

Il caso di Milano

Su Milani pesa già una condanna, in primo e secondo grado, a quattro anni e sei mesi di reclusione emessa dal Tribunale di Milano per i reati di prostituzione minorile, violenza sessuale e cessione di stupefacenti.

Le indagini su quel caso erano scattate nel 2011 dopo la denuncia di un 17enne. Coinvolto nella stessa inchiesta il sacerdote milanese don Alberto Paolo Lesmo, anch’esso accusato di prostituzione minorile e condannato a un anno e 10 mesi.