Crollo del Ponte di Annone, dopo quasi 4 anni si apre il processo

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Il crollo del Ponte di Annone: era il 28 ottobre 2016

La prima udienza si è svolta in Camera di Commercio per poter mantenere il distanziamento

Serrato il calendario del processo dettato dal giudice Manzi

LECCO – Si è aperto oggi, dopo quasi quattro anni, il processo per il crollo del Ponte di Annone che vede imputati l’ing. Angelo Valsecchi e l’ing. Andrea Sesana, rispettivamente dirigente e funzionario della Provincia di Lecco, l’ing. Giovanni Salvatore di Anas e Silvia Garbelli, funzionario della Provincia di Bergamo. I reati contestati sono omicidio colposo, disastro colposo e crollo di infrastruttura.

Era il pomeriggio del 28 ottobre 2016 quando il viadotto tra Annone Brianza e Suello crollò disastrosamente sulla sottostante Statale 36 e sull’Audi bianca su cui viaggiava Claudio Bertini, 65enne di Civate, unica vittima di quella tragedia. Altre sei persone rimasero ferite.

La prima udienza del processo, presieduta dal giudice Enrico Manzi, si è svolta presso l’Aula Magna della Camera di Commercio di via Tonale, sede prescelta per consentire il distanziamento imposto dalle misure anti Covid. Non è escluso, però, che le prossime udienze vengano nuovamente trasferite in Tribunale.

Già definito il calendario delle udienze

Il giudice Manzi ha già fissato le date fino al prossimo aprile: un’udienza al mese fino a dicembre, dopo di che l’obiettivo è quello di procedere senza intoppi con due sedute mensili. Sono infatti oramai trascorsi quasi quattro anni dal crollo del viadotto. Nel mezzo si sono svolte le lunghe indagini, passate tra le mani di tre magistrati (il fascicolo è ora in mano al pm Andrea Figoni). Per il reato di omicidio colposo il termine fissato per la prescrizione è di sette anni e mezzo e il timore è quello di non riuscire a concludere il processo in tempo, in tutti e tre i gradi di giudizio, motivo per cui il giudice Manzi intende procedere a passo spedito.

Augusta Brusadelli, vedova di Claudio Bertini, unica vittima del crollo del Ponte di Annone

All’udienza di oggi, molto tecnica, erano presenti tre dei quattro imputati (assente l’ing. Valsecchi, assistito dall’avvocato Edoardo Fumagalli) e, delle parti civili, la signora Augusta Brusadelli, moglie di Claudio Bertini, unica vittima del tragico crollo del viadotto. Con lei c’era l’avvocato difensore Biagio Giancola. Parti civili si sono costituiti anche Paolo Giacalone (assistito dall’avvocato Claudia Canali), la cui auto era rimasta in bilico sui resti del ponte oramai crollato, Gaetano Femiano con la moglie Elena Gennari e la figlia che ai tempi della tragedia aveva 12 anni (assistiti dall’avvocato Vito Zotti), l’autista del camion che aveva provocato il crollo del cavalcavia (assistito dall’avvocato Giuseppe Sorcinelli) e gli enti Anas Spa (assistita dall’avvocato Giorgio Perroni oggi sostituito dall’avvocato Edoardo Maggioni), Codacons (assistito dall’avvocato Marco Colombo) e Provincia di Lecco (assistita dall’avvocato Maurilio Prioreschi). Provincia di Lecco, Provincia di Bergamo e Anas saranno invece responsabili civili nel processo.

La questione delle parti civili

Prima delle questioni preliminari l’avvocato Stefano Pelizzari, difensore di Andrea Sesana, ha sollevato alcune questioni relativamente alle parti civili, chiedendo l’estromissione del Codacons e poi della Provincia di Lecco limitatamente alla posizione del suo assistito. Alla richiesta del legale lecchese si sono associati anche i colleghi Raffaella Rizza per Giovanni Salvatore e Edoardo Fumagalli per Angelo Valsecchi. Tutte le richieste di estromissione sono però state rigettate dal giudice Manzi.

L’avvocato Stefano Pelizzari

Le questioni preliminari

Passando poi alle questioni preliminari sollevate c’è stata quella dell’inutilizzabilità della consulenza tecnica svolta dall’ing. Marco Di Prisco svolta sui resti del manufatto. La presenza alle operazioni di consulenza di Codacons, Codacons Lombardia e Anas, a detta dell’avvocato Pelizzari, avrebbe causato un aggravio della posizione processuale del suo assistito. I tre soggetti, sempre secondo la difesa, non avrebbero infatti avuto titolo di partecipare alle operazioni di consulenza in quanto parti danneggiate e non offese come da loro dichiarato. La questione è stata però rigettata dal giudice Manzi che non ha ravvisato nessuna violazione.

Si torna in Aula il 21 settembre

L’udienza si è chiusa con l’esame delle liste dei testi che verranno ascoltati durante il processo depositate dalle parti. L’audizione dei quattro imputati (Garbelli, Sesana, Salvatore e Valsecchi) è stata richiesta dalle rispettive difese e dagli avvocati Giancola e Zotti per le parti civili. I primi testimoni ad essere ascoltati saranno, nel corso della prossima udienza, il 21 settembre, gli operanti di Polizia Giudiziaria e i cantonieri presenti sul posto il giorno del crollo.