Sparatoria di Olginate, è caccia al killer del 47enne

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Investigatori al lavoro senza sosta per individuare il killer di Salvatore De Fazio, morto dopo la sparatoria. Il fratello Alfredo resta grave

Acquisite anche le immagini dell’impianto di videosorveglianza attivo a Olginate

 

OLGINATE – Gli investigatori, coordinati dal pubblico ministero Paolo Del Grosso e dal tenente colonnello del Comando provinciale di Lecco Claudio Arneodo stanno lavorando senza sosta di ieri, domenica, per dare un volto all’autore o agli autori della feroce sparatoria andata in scena ieri, domenica, poco dopo pranzo, davanti al Monastero di Santa Maria della Vite. A perdere la vita, in una vicenda che per molti ha assunto subito i contorni di un regolamento dei conti, è stato Salvatore De Fazio, 47 anni, originario della Calabria, residente in paese insieme alla moglie Antonella Parisi e ai figli Matteo, Davide e Valentina. Autotrasportatore per anni nella ditta del suocero Santo Parisi, De Fazio lavorava da qualche tempo come carpentiere in Svizzera facendo quindi il frontaliere. Ferito in modo grave il fratello Alfredo, che si trovava in strada insieme a Salvatore al momento della sparatoria.

Diversi i colpi di arma da fuoco (sembrerebbe sei) che i residenti hanno sentito risuonare nell’aria, intuendo la gravità di una situazione destinata ad aprire una ferità profonda in tutta la comunità. Sul posto, allertato da cittadini e dal consigliere di minoranza Riccardo de Capitani, si è precipitato il sindaco Marco Passoni, sconvolto e sotto choc per l’accaduto. L’amministrazione comunale ha messo a disposizione degli inquirenti le immagini dell’impianto di videosorveglianza attivo in paese. La speranza è che dall’analisi dei flussi di traffico in accesso e in uscita dal paese si riesca ad acquisire elementi utili per arrivare all’identikit del killer e capire anche se abbia agito da solo o con la copertura di qualcuno. Un volto che i parenti e gli amici della famiglia De Fazio, colpita da un lutto tremendo e in ansia per le condizioni di salute dell’altro congiunto, ricoverato in prognosi riservata all’ospedale di Varese, avrebbero già individuato, collegando l’efferata sparatoria di ieri a dei dissapori e delle liti precedenti.