Operazione Shopping in Hong Kong, nei guai due malgratesi

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    LECCO – I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Lecco hanno concluso le indagini nell’ambito dell’importante operazione denominata “Shopping in Hong Kong”.

    L’attività investigativa, svolta su delega della Procura della Repubblica di Lecco che si è conclusa proprio in questi giorni, ha permesso di far emergere nuove gravi ipotesi di reato a carico dei soggetti indagati: B.P. e P.C., coniugi di Malgrate (LC) ai quali, nel luglio 2011, la Seconda Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione di Roma, composta tra gli altri dal dottor Pier Camillo Davigo, magistrato di spicco del pool “Mani Pulite” all’epoca di Tangentopoli, con una sentenza senza precedenti, nello specifico caso del sequestro di un immobile per un valore di circa 600 mila euro di proprietà dei coniugi utilizzato come deposito e “punto vendita” di prodotti con marchi contraffatti, confermava pienamente la legittimità del sequestro preventivo, ai fini della confisca obbligatoria.

    Le indagini, condotte dalle Fiamme Gialle, erano cominciate nel dicembre 2010 ed avevano portato alla denuncia a piede libero di sei soggetti che, in concorso fra loro, si erano resi responsabili di reati di ricettazione e introduzione nel territorio nazionale di prodotti di marca falsi.

    Le complesse attività investigative hanno permesso di ricostruire la reale dimensione del fenomeno della vendita di capi d’abbigliamento griffati, tra i quali Louis Vuitton, Gucci, Tiffany & Co., Chanel, Prada, Fendi, Miu Miu, Burberry ed Hermes, tutti articoli provenienti da Hong Kong, svelando che l’attività illecita non era limitata alla sola provincia lecchese, ma si era estesa anche alle province di Milano, Monza, Como, Bergamo, fino ad interessare il Veneto, il Piemonte e il Lazio.

    Per gli indagati B.P. e P.C. sono state inoltre contestate altre nuove ipotesi di reato. Infatti, mediante un’attenta analisi dei conti correnti bancari e con specifici accertamenti svolti presso la Direzione Provinciale dell’Inps di Lecco, i finanzieri hanno scoperto che i due coniugi continuavano a percepire indebitamente dal dicembre 2008, due pensioni intestate alla defunta madre dell’indagata B.P. La truffa messa in atto, statisticamente inconsueta per il territorio lecchese, oltre a creare un danno al bilancio dell’Inps di Lecco per più di 20.000 euro. Come se non bastasse, P.C. veniva anche denunciato a piede libero per il reato di pedo-pornografia; infatti un’accurata perizia tecnica permetteva di rinvenire nel computer dell’uomo (sottoposto a sequestro) quattro filmati ritraenti soggetti adulti in atteggiamenti sessuali con dei minori.

    L’operazione delle Fiamme Gialle è stata apprezzata da parte di tutti i marchi risultati danneggiati dal commercio illecito, considerando soprattutto, a differenza di altre volte, l’elevato livello sociale dei soggetti coinvolti. In tale ambito, alcuni dei marchi coinvolti si sono costituiti parte lesa nel procedimento, potendo legittimamente rifarsi del rilevante danno subito sia a livello d’immagine sia sotto il profilo economico.

    Infine, ma non da ultimo, va sottolineato che la sentenza della Seconda Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione di Roma ha creato un importantissimo precedente giurisprudenziale nel settore della contraffazione di marchi, utilissimo per il contrasto degli illecitti. Insomma, si tratta di una nuova arma a disposizione delle Fiamme Gialle per aggredire i beni mobili ed immobili di proprietà delle organizzazioni criminali ed utilizzati per il sempre più diffuso fenomeno della contraffazione dei marchi.

    L’operazione conclusa dalle Fiamme Gialle lecchesi, conferma ancora una volta la costante attenzione che il Corpo della Guardia di Finanza dedica alla lotta alla contraffazione e ai rilevanti effetti negativi che tale fenomeno produce sia sotto l’aspetto economico per quanto concerne il calo del fatturato delle società proprietarie dei marchi e l’impoverimento dell’offerta di nuovi brevetti, sia sotto il profilo finanziario per quanto riguarda la riduzione del gettito fiscale e sociale nonché per quanto attiene lo sfruttamento della mano d’opera ed il pericolo per la salute dei cittadini.