Perego Strade e traffico di rifiuti: condanna confermata al titolare

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CASSAGO – La Corte d’Appello di Milano mercoledì ha confermato la condanna a due anni di carcere per reati ambientali nei confronti di Ivano Perego, titolare dell’omonima impresa di Cassago Brianza, già condannato nel 2012 a 10 anni di reclusione dal Tribunale di Milano nell’ambito dell’operazione Infinito che ha smascherato le ramificazioni della ‘ndrangheta in Lombardia. Assolti invece per non aver commesso il fatto i fratelli Claudio ed Elena Perego, che in primo grado erano stati invece condannati a un anno di reclusione.

Il processo di appello, che ha seguito la sentenza del dicembre dello scorso anno del tribunale di Lecco ha riguardato le accuse di traffico e smaltimento abusivo di rifiuti speciali da parte della Perego Strade in diversi cantieri tra cui il nuovo Ospedale S. Anna di Como, il raddoppio ferroviario Carnate-Airuno, lo svincolo stradale a Lurago d’Erba e altri ancora ubicati nelle province di Lecco, Como e della Brianza.

Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” si dice soddisfatto per la conferma della condanna. L’associazione si era presentata nel processo di primo grado (celebrato presso il Tribunale di Lecco) come unica parte civile, “poiché le Istituzioni (Ministero dell’Ambiente, Regione, Comuni) – scrivono dal circolo – non avevano avuto il coraggio di costituirsi come parti civili per il risarcimento dei danni ambientali causati dall’attività illecita della Perego Strade”

Questo il commento di Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, dopo la sentenza di appello: “Siamo soddisfatti per la conferma della condanna al titolare della Perego Strade, che riprova il pesante contenuto della sentenza di primo grado che aveva evidenziato il comportamento illecito dei responsabili dell’impresa. Rispetto a tutta la vicenda, resta ancora incompiuta la reale valutazione dei danni ambientali, sui quali a nostro giudizio non sono state eseguite (da parte delle Autorità preposte) verifiche più approfondite, finalizzate all’eventuale ripristino dell’inquinamento arrecato al sottosuolo da parte della Perego Strade. Nemmeno dal punto di vista del risarcimento economico è stata fatta una quantificazione dei danni ambientali, proprio in conseguenza della mancata costituzione di parte civile delle Istituzioni che avrebbero potuto richiedere il risarcimento dei danni perpetrati al territorio”.