PGT: fiducia al sindaco Brivio, “Ma ci si dia una mossa”

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    LECCO – Che fine ha fatto il PGT? A Palazzo Bovara sembrano chiederselo tutti, dall’opposizione a parti della maggioranza, e il tema è tornato a surriscaldare il clima tra i banchi del Consiglio Comunale, con il vice presidente Giorgio Siani (Lega) che ha chiesto ufficialmente al sindaco Brivio di rimettere le deleghe in materia di urbanistica.

    “Il sindaco in questi mesi ha annunciato date a casaccio sull’approvazione del Piano di Governo del Territorio, puntualmente smentite dai fatti. E’ una questione di credibilità dell’amministrazione – ha tuonato Siani – Se dopo tre anni non è stato in grado di portare a termine questo compito, oltretutto lasciando disoccupato l’assessore Mazzoleni, ammetta il fallimento e restituisca le deleghe”.

    Ad appoggiarlo è il gruppo della Lega, con firmatari anche l’ex senatore Roberto Castelli e la capogruppo Cinzia Bettega, oltre che il voto favorevole del consigliere Giovanni Colombo. Un’opposizione che però si è spaccata in quella che si configurava come una vera e propria sfiducia al sindaco Brivio, con il PDL che ha espresso la sua contrarietà al provvedimento nonostante le critiche espresse all’amministrazione. “E’ un voto con la ragione e non con la pancia”, ha sottolineato Stefano Chirico.

    Ma i malumori non sono mancati nemmeno tra le truppe “amiche”, con il consigliere Sandro Magni che ha chiesto un’assunzione di responsabilità politica e più chiarezza sui motivi che hanno provocato i ritardi nel provvedimento, insieme ad Appello per Lecco che non ha mancato di ribadire l’ultimatum dei 100 giorni, con scadenza il prossimo giugno: “La sfiducia al sindaco non è accettabile, ma ci si dia una mossa” ha dichiarato Alberto Invernizzi.

    Una mano arriverà martedì dalla Regione, con la proroga al 31 dicembre per l’adozione del piano per i Comuni ritardatari; un’occasione da non sprecare per il consigliere PDL Antonio Pasquini, che ha sottolineato come Lecco faccia compagnia ai soli 200 sugli oltre 1500 comuni lombardi che ancora non l’hanno adottato.

    La replica è del capogruppo PD, Stefano Citterio, che ha rinfacciato all’attuale opposizione di non essere stata a sua volta in grado di giungere all’approvazione del piano sia nel 2001 che nel 2005: “Non accettiamo critiche di inerzia e di incapacità da chi ne ha dimostrata di più. Superate le difficoltà, ora siamo noi a chiedere al sindaco di procedere verso un rapido iter di approvazione”.

    Alla fine sono solo quattro i voti contro il primo cittadino, ma è chiaro come la questione debba essere risolta al più presto.Una soluzione nell’aria sarebbe quella di affidare la redazione del piano a tecnici esterni al comune, anche se su questa eventualità non si sono fatte attendere le critiche: “Usare soldi per pagare consulenze esterne nel momento in cui si aumenta l’Irpef – ha denunciato Giacomo Zamperini (FDI) – è una cosa inaccettabile”.