Presi con 110 chili d’oro massiccio nascosti in auto

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    COMO – Se il nostro pesce d’aprile relativo al ritrovamento di una pepita d’oro nel torrente Gerenzone da 2 chili e mezzo aveva fatto sorridere e a qualcuno esclamare “esagerati!” (vedi articolo), non osiamo immaginare cosa avrebbero detto questi ultimi d’innanzi a ciò che ha scoperto una pattuglia di finanzieri del Gruppo Ponte Chiasso.

    Dopo aver fermato un’utilitaria condotta da un cinquantatreenne italiano residente in Svizzera che viaggiava in compagnia della moglie e dei tre figli piccoli, per quella che sembrava una comune gita pasquale con la famiglia, tutto sembrava regolare.
    Infatti, l’esito negativo di un primo sommario controllo del mezzo effettuato sul posto sembrava non destare alcun sospetto, ma visti i crescenti segni di nervosismo degli occupanti, a quel punto divenuti inspiegabili, e le risposte evasive fornite alle domande incalzanti dei finanzieri, i due sono stati accompagnati in caserma per un approfondito controllo della loro autovettura.

    Dopo un’accurata ispezione del veicolo, sono stati rinvenuti – all’interno di due doppifondi ricavati sotto i sedili dell’auto – dodici lingotti d’oro, per un peso complessivo di 110 Kg. e un valore di circa 4,5 milioni di euro.

    Ogni lingotto del prezioso metallo, privo di qualsivoglia attestazione circa provenienza e/o grado di purezza, era confezionato in comune carta di giornale avvolta con nastro adesivo.

    L’uomo, legale rappresentante di una società svizzera, non ha fornito spiegazioni o dimostrato la legittima provenienza dell’ingente quantitativo del prezioso metallo. Pertanto, è stato denunciato a piede libero alla locale Procura della Repubblica per il reato di riciclaggio (art. 648-bis del codice penale) mentre l’oro e l’autovettura sono stati sottoposti a sequestro preventivo d’urgenza. Sono ora in corso le indagini per accertare provenienza e destinazione dell’oro.