San Giovanni, l’addio a Barbara: “Hai vissuto con amore”

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LECCO – La chiesa di San Giovanni non è riuscita a contenere tutte le persone che hanno voluto porgere l’ultimo saluto a Barbara Spreafico, scomparsa nella notte tra domenica e lunedì a causa di un malore improvviso. In molti, mercoledì pomeriggio, hanno dovuto rimanere fuori, e lì sono rimasti, in barba al freddo, sul sagrato, per seguire la funzione attraverso gli altoparlanti appositamente installati in previsione della grande affluenza.

Barbara Spreafico, 41 anni

Una perdita che ha lasciato sgomenta la comunità di San Giovanni e i tanti lecchesi che la conoscevano. 41 anni, figlia di Adelfio Spreafico, storica figura dell’Asd Falchi di Lecco, Barbara era impiegata d’ufficio ma il suo cuore grande l’aveva portata a diventare volontaria dell’associazione “Tagme, Diamoci da Fare”. Tra le altre cose Barbara amava la musica, tanto da impegnarsi nel coro della parrocchia di San Giovanni dove suonava la chitarra. E proprio il “suo” coro, durante la messa, è stato protagonista, accompagnando con le note l’ultimo viaggio di Barbara.

“Un grande dolore che siamo chiamati ad affrontare con coraggio e fede” ha commentato Don Claudio Maggioni, parroco di San Giovanni, Rancio e Laorca “oggi Barbara si allontana dai nostri sguardi ma non deve essere ‘archiviata’ nel passato, il suo ricordo deve accompagnare tutti noi per sempre”.

Affidata a Padre Angelo Cupini la predica e il ricordo della “dolce Barbara”, com’è stata più volte chiamata: “Barbara è stato il vino buono della nostra vita, quello regalato” ha detto Padre Cupini riprendendo la lettura del Vangelo secondo Giovanni sulle Nozze di Cana “non era qualcosa di indispensabile, come il pane, ma qualcosa che rallegrava e che ci veniva dato gratuitamente. Dobbiamo fare un esercizio di sguardo per dialogare con Barbara e con quanto successo, lei con la sua bellezza ce ne ha dato uno ampio sulla vita”.

“Come Maria si accorge della mancanza del vino Barbara si accorgeva di tutti quanti noi, di ciò che non andava e noi ci sentivamo rassicurati dalla sua presenza, dal suo modo di affrontare le cose e di farsi carico della vita, anche nelle difficoltà” ha proseguito Padre Angelo.

A ricordarla, insieme al papà Adelfio, sono stati al termine della funzione i suoi colleghi e gli amici dei Falchi.

“Grazie di essere stata una nostra collega. Grazie all’allegria che sapevi trasmettere agli altri nonostante i tuoi problemi, grazie della tua generosità materiale ma più che altro morale. Conserviamo nel cuore il tuo sorriso: ci mancherai, le tue battute, la suoneria del tuo cellulare che gracidava, i tuoi deliziosi dolci, il tuo inglese quasi perfetto, le tue esilaranti imitazioni, il tuo arrivare di corsa tutte le mattine con quei 5 minuti di ritardo. Molto spesso di sottovalutavi, ci ringraziavi sempre. L’avresti fatto anche questa volta, ma ora lascia che siamo noi a dirti ‘You’re welcome’. Ciao Barbara, i tuoi colleghi di ieri e di oggi”.

Letta da Don Claudio la missiva giunta dall’Eritrea di suor Abreth Solomon, superiora provinciale della congregazione Figlie di Sant’Anna: “Abbiamo appreso con dolore la notizia della morte di Barbara, inutili dirvi che ci ha lasciato addoloratissime. Che il Signore vi consoli in questo momento di grande dolore per la perdita della cara e dolce Barbara, piena di vita, intraprendente e attiva. Davvero mi sono rimasti impressi il suo sorriso e la sua giovialità, ha vissuto pienamente, anche se la corsa è finita troppo presto. E’ un disegno di Dio, fidatevi di lui, anche se ora sembra incomprensibile. Grazie a te Barbara carissima, siamo vicini a chi ha beneficiato del tuo amore e della tua generosità“.