Soccorso: che intervento sul ‘Costanza’

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Altro che “un ferito recuperato e via”… Domenica scorsa in Grignetta c’erano la bellezza di 15 soccorritori, impegnati per ore ad assistere quattro alpinisti che in due diverse cordate si erano trovati in difficoltà – tutti nella zona del Torrione Costanza [nell’immagine in evidenza].

Lo sforzo compiuto è stato enorme, per uomini e mezzi: 5 volontari sopra, una decina più in basso a recuperare gli alpinisti in emergenza, calati uno alla volta dagli esperti del CNSAS lecchese.

Fabio Lenti, Responsabile Tecnico della XIX Delegazione Lariana, racconta una domenica di ordinario super lavoro: “Ero in zona per la mia attività di accompagnatore e istruttore quando sono stato chiamato per soccorrere i quattro che, in due diverse cordate, non riuscivano a cavarsela”. Per la cronaca, si trattava di due coppie di alpinisti, casualmente vicini: due della provincia di Milano e due provenienti dalla bergamasca. “Uno di questi ha avuto un problema serio, ha sbattuto malamente rompendosi un piede ma più che altro è rimasto appeso nel vuoto per un’ora e mezza, con le conseguenze del caso. Era in un punto bruttissimo, difficile da raggiungere e l’operazione di primo soccorso e imbragatura è stata complessa e lunga – continua Lenti -. Poi, c’erano da portare giù gli altri tre, illesi ma non in grado di farcela”.

Un impegno enorme, concluso positivamente: una volta messo in sicurezza, il 36enne bergamasco è stato poi elitrasportato all’ospedale Valduce di Como. Ma la domenica del Soccorso Alpino ha visto anche vari altri interventi sulle montagne lecchesi. Tanta gente ha preso d’assalto le pareti di e i sentieri di Grigne e Resegone, complice il bel tempo. Non sempre però si è in grado di cavarsela.

“Chi va in montagna al giorno d’oggi è più preparato tecnicamente di una volta – conclude la guida alpina lecchese – e in arrampicata molti sono bravi; il problema è che non si ha la stessa capacità poi nelle situazioni di emergenza, anche quelle più banali. Capita ad esempio di intervenire per aiutare gente che non riesca a calare il compagno di scalata in corda doppia, roba che si dovrebbe saper fare. La sensazione è che, soprattutto gli appassionati di città siano un po’ abituati a contare sull’assistenza successiva: si sgonfia la gomma dell’auto? E loro chiamano chi gliela ripara, così come per un computer; in parete è lo stesso, tanto dopo qualcuno ti recupera…”.