Tangenti in Comune. Sorrentino in Aula: “Non sono un mazzettaro”

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Francesco Sorrentino
Francesco Sorrentino

LECCO – “Non sono un mazzettaro”. Lo ha ribadito con fermezza Francesco Sorrentino, odontotecnico ed ex consigliere comunale lecchese al centro del processo per una presunta tangente versata al dipendente comunale Maurizio Castagna per sveltire una pratica edilizia bloccata negli uffici del Comune.

Oggi, martedì, di fronte al collegio giudicante e al pubblico ministero Silvia Zannini, l’imputato ha reso le sue dichiarazioni spontanee respingendo con decisione le accuse a suo carico. Nell’intricata vicenda Sorrentino figurerebbe quale mediatore tra il geometra Castagna, a processo per concussione, e l’avvocato Giovanni Minervini, già condannato a seguito di patteggiamento a due anni e otto mesi.

Proprio il legale, stando al quadro accusatorio, avrebbe suggerito al suo cliente, un cittadino lecchese, di allungare una bustarella al geometra Castagna, ai tempi a capo dell’Ufficio Edilizia Privata, per vedere finalmente sbloccata la sua pratica legata ad alcuni box fatti costruire ad Acquate (su un terreno, come poi scoperto, di demanio del Comune di Lecco).

Il caso era scoppiato nel 2014: in manette erano finiti con accusa di concussione e concorso in concussione il geometra Castagna, Sorrentino e Minervini stesso.

Sono stati proprio i due imputati, Castagna e Sorrentino, i protagonisti dell’udienza di oggi, martedì 7 febbraio, dedicata alla loro audizione. Di esame in realtà il collegio giudicante ne ha ascoltato uno solo, quello del geometra Maurizio Castagna, difeso dagli avvocati Patrizia e Marilena Guglielmana.

L’ex consigliere comunale lecchese Francesco Sorrentino, difeso da Stefano Pelizzari e Valentina Ramella, ha invece preferito rilasciare spontanee dichiarazioni, con le quali ha allontanato fermamente ogni accusa sul suo conto. Così, in poco più di un’ora, l’odontotecnico ha ripercorso i suoi rapporti con il geometra Castagna e l’avvocato Giovanni Minervini.

A sinistra il geometra Maurizio Castagna

“Ho conosciuto il geometra Maurizio Castagna anni fa mentre la mia abitazione era in costruzione — ha raccontato in Aula Sorrentino – mi aiutò in diversi casi per problemi più che altro tecnici ma non solo. Gli chiedi di aiutarmi anche con la campagna elettorale a Calolzio, nel 2013, quando mi candidai sindaco. Per me Castagna è sempre stato un riferimento, non si può dire che fossimo amici nel senso più vero della parola  ma tra noi esisteva un rapporto di stima e rispetto reciproco. Questo l’ho detto più volte nel corso dei vari interrogatori e sono pronti a confermarlo anche i testimoni che il collegio ha deciso di non ascoltare nella fase dibattimentale di questo processo” ha detto l’odontotecnico.

Sorrentino ha quindi ribadito la propria estraneità alla pratica edilizia “incriminata” finita nelle mani dell’avvocato Minervini: “Mi sono limitato a mettere in contatto il legale e il geometra Castagna perchè ritenevo quest’ultimo una persona competente – ha dichiarato – ed escludo nella maniera più assoluta di aver mai detto, proposto o anche solo fatto intendere a Minervini che la soluzione migliore era versare una mazzetta a  Castagna per sbloccare la pratica e togliersi il problema col cliente che, per altro, non lo pagava per la consulenza svolta. Non sono un mazzettaro” ha ribadito.

“Quando mi incontrai con Minervini mi diede una busta, chiedendomi di portarla al geometra Castagna: inizialmente ho pensato fossero i soldi per un’altra pratica. Gli dissi che era un pazzo – ha continuato Sorrentino – e che trattenevo quella somma per saldare il debito di oltre 8 mila euro che suo cognato, il signor Padovani, aveva nei confronti del mio studio. Lui, Minervini, non disse nulla e io mi tenni i soldi. A Castagna – ha precisato – diedi invece dei soldi miei per ripagarlo dei favori che mi aveva fatto, io sono fatto così, devo sdebitarmi”. 500 euro la cifra che l’odontotecnico avrebbe dato al geometra e alla sua famiglia in vista del viaggio di Pasqua in camper.

“Mio padre mi ha insegnato due cose, non prestare soldi e non chiedere soldi, se non alla propria famiglia. Cosa che io ho sempre fatto” ha detto l’imputato “capisco che sia strano che sia successo proprio in concomitanza con la faccenda della pratica edilizia ma assicuro, non c’è nessun legame”. E ha quindi concluso: “Per avere tutto quello che ho ho lavorato giorno e notte, ammetto, non ho fatto tutte le fatture ma non credo di essere l’unico“.

Il processo è stato riaggiornato il prossimo 16 maggio: durante l’udienza sarà ascoltato un perito contabile per la posizione di Francesco Sorrentino.