Maxi frode nel settore dei metalli, l’inchiesta tocca anche Valmadrera

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Società fittizie e fatture per milioni di euro smascherate dalla Guardia di Finanza

Tra le 62 società a disposizione del gruppo criminale anche una società ‘cartiera’ con sede a Valmadrera

VALMADRERA – C’è anche una società di Valmadrera tra le 62 società ‘cartiere’ individuate dalla Guardia di Finanza su tutto il territorio nazionale e in diversi stati stranieri nell’ambito dell’inchiesta sulla maxi-frode fiscale nel settore del commercio all’ingrosso di minerali metalliferi e metalli ferrosi

L’indagine è partita da Piombino con la scoperta di società che hanno emesso fatture false per 760 milioni di euro, poi circolate tra Milano e Napoli, con il coinvolgimento di aziende estere. Un giro che era gestito da un sodalizio criminale campano. Quattro gli indagati. All’esecuzione dei sequestri patrimoniali hanno collaborato anche Reparti della Guardia di Finanza di Napoli e di Milano.

“Gli indagati reiteratamente nel corso degli anni – spiegano dalla Guardia di Finanza – hanno realizzato un enorme giro di fatture false, del valore medio di circa 1 milione cadauna, relative a operazioni di vendita, acquisto e trasporto ‘via gomma’ o ‘via mare’ di metalli del tutto inesistenti per un importo complessivo di oltre 760 milioni di euro, evadendo l’Imposta sul valore aggiunto per 33 milioni di euro nonché l’IRES per 3 milioni di euro”.

“Per realizzare queste frodi – spiegano ancora le Fiamme Gialle – il consorzio criminale si è avvalso di 62 società, di cui 48 italiane e 14 estere, senza disporre di magazzini né di strutture logistiche proprie ricollegabili a traffici con miniere. È stato calcolato che, in base alle fatture, gli indagati avrebbero dovuto movimentare oltre 23.000 tonnellate di minerali, una mole di scambi inverosimile per tipologie di prodotti così rare”.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sul territorio dell’Unione europea era stato costituito un gruppo di imprese “fantasma” che fat (ferro-molibdeno e triossido di molibdeno, utili a indurire e prevenire la corrosione dell’acciaio), a supporto dei quali tuttavia gli investigatori non hanno trovato idonea documentazione né adeguate movimentazioni finanziarie. Una di queste “imprese fantasma”, milanese, era stata costituita a seguito del furto di identità di un ignaro cittadino di Formia.

Le 62 società interessate dalle indagini hanno sede nei seguenti luoghi:

Italia: Napoli (4 società), Cercola (NA), Ercolano (NA), Pozzuoli (NA), Afragola (NA) (2 società), Casoria (NA), Milano (6 società), Agrate Brianza (MB), Cernusco sul Naviglio (MI), Zibido San Giacomo (MI) (2 società), Bergamo, Brescia (2 società), Roncadelle (BS), Paitone (BS), Torbole Casaglia (BS), Rodengo Saiano (BS), Valmadrera (LC), Castiglione Olona (VA), Cassina Rizzardi (CO), Selvazzano Dentro (PD), Torri Di Quartesolo (VI), Sarcedo (VI), Fara Vicentino (VI), Udine, Massa (MS) (2 società), Carrara (MS), San Vincenzo (LI), Campiglia Marittima (LI), Rovereto (TN), Genova, Assisi (PG), Roma (2 società), Mosciano Sant’Angelo (TE), Tortoreto (TE), Carapelle (FG).

Regioni italiane interessate: Lombardia (20 società), Trentino Alto Adige (1 società), Veneto (4 società), Friuli Venezia Giulia (1 società), Liguria (1 società), Toscana (5 società), Marche (2 società), Umbria (1 società), Lazio (2 società), Campania (10 società), Puglia (1 società).

Estero: Gran Bretagna, Svizzera (2 società), Repubblica Ceca, Croazia, Romania (3 società), Ungheria, Polonia, Bulgaria (4 società).turavano fittiziamente colossali traffici di materiali siderurgici