Troppi interventi per i cercatori di funghi in difficoltà: “Serve la testa!”

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funghi porcini

Negli ultimi 20 giorni in Valsassina effettuati 16 interventi, due terzi dei quali per aiutare cercatori di funghi

Alessandro Spada, capo stazione del Soccorso Alpino Valsassina – Valvarrone: “Investiamo mezzi, uomini, energie e rischiamo la vita per chi si infila nei guai per una manciata di funghi”

BARZIO – Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, recita il proverbio. Raccomandazioni, consigli, moniti, sembrano restare parole al vento, così come la massiccia campagna di sensibilizzazione promossa dal Soccorso Alpino volta all’andar “Sicuri in montagna”.

Negli ultimi 20 giorni in Valsassina sono stati effettuati 16 interventi, due terzi dei quali necessari per aiutare cercatori di funghi in difficoltà. L’ultima operazione di soccorso proprio ieri, martedì, sopra Cortenova. Uno dei due “fungiatt” era sfinito nonostante fosse a mezz’ora di cammino da Cortenova. Per risolvere la situazione sono dovuti intervenire una decina di volontari del Soccorso Alpino che sotto la pioggia battente e con un imminente temporale in arrivo, li hanno raggiunti e portati a valle, sani e salvi.

Alessandro Spada, capo stazione della stazione Valsassina – Valvarrone

Che si vada in montagna per camminare o per cercare funghi bisogna andare con la testa e con prudenza. Possiamo così dare consigli, fare raccomandazioni, promuovere campagne di sensibilizzazione e invitare la gente all’utilizzo della tecnologia come l’applicazione per smartphone ‘Where Are U’, ma se non si ha la testa resta tutto inutile”.

Parole ferme quelle del capo stazione Valsassina e Valvarrone Alessandro Spada, già consigliere regionale del Soccorso Alpino e Speleologico Lombardo.

“Ci vuole la testa – continua a ripetere – In queste ultime tre settimane abbiamo investito mezzi, uomini ed energie per effettuare interventi ‘sciocchi’, che si sarebbero potuti evitare se, e solo se, ci fosse stato buon senso e più accortezza da parte degli escursionisti in generale e dei cercatori di funghi in particolare, con questi ultimi che troppo spesso si mettono nei guai per la troppa superficialità”.

Abbigliamento non idoneo, scarsa conoscenza del territorio, poca capacità di orientamento, menefreghismo nei confronti delle previsioni meteo oltre a compiere sforzi che troppo spesso non sono commisurati alla propria preparazione fisco-atletica sono tra le principali cause di infortuni e richieste di soccorso.

“La maggior parte dei cercatori di funghi che hanno richiesto l’intervento di soccorso nelle ultime settimane sono state persone di una certa età, alcune delle quali ultra settantenni. Nessuno ne fa una questione di età, ma deve essere chiaro che bisogna affrontare un’escursione consci delle proprie capacità fisiche e atletiche”.

Consigli e moniti che troppo spesso restano inascoltati, nell’illusione che “tanto a me non succede niente”. E invece si finisce per ritrovarsi in zone impervie senza più sapere come venirne fuori, o sfiniti in un bosco incapaci di proseguire e terminare la propria escursione e ancor meno di indicare la zona in cui ci si trova.

“Noi volontari del Soccorso Alpino siamo pronti a lasciare amici, mogli, figli, famiglie, a perdere ore di sonno e di lavoro, a rischiare anche del nostro pur di aiutare chi si trova in difficoltà in montagna – conclude Spada – Ma agli escursionisti, tutti, si chiede buon senso prima di mettersi in cammino, perché è inammissibile che vengano impegnate energie, persone, mezzi, denaro arrivando a volte anche a mettere a rischio vite umane per banali superficialità o una manciata di funghi”.