Vandali, linea dura di Appello per Lecco: “Basta buonismi, devono pagare”

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Corrado ValsecchiLECCO – Appello per Lecco condanna l’atto compiuto da ignoti con il quale è stata rovinata l’opera graffitaria di Roa, situata all’imbocco del sottopasso della stazione di Lecco. Dopo la condanna del gesto da parte del Comune, arriva anche quella dell’associazione lecchese: ” ‘Animali liberi’ ” (com’è stato scritto sul graffito rappresentante un corvo legato ad una zampa, ndr) siamo d’accordo. Non siamo d’accordo sugli idioti in circolazione. Il messaggio che queste teste vuote hanno voluto mandare imbrattando l’opera di Roa all’ingresso della stazione è l’ennesimo sfregio agli sforzi che si stanno facendo per dare una risposta diversa sul piano culturale ai giovani della città”, fa sapere il portavoce Corrado Valsecchi.

“Il contributo di artisti come Roa che hanno aderito alle sollecitazioni dell’assessore Michele Tavola vengono vanificate sull’altare dell’idiozia fine a se stessa prosegue –  I muri della città continuano ad essere preda di ‘stupidi con lampi di imbecillità’ come direbbe D’Annunzio. Una volta sono le mura di una chiesa, la testa di un barcaiolo (a questo proposito chiedo cortesemente all’autore e al proprietario della bellissima scultura al Bione che ripropone l’addio monti di sistemare l’opera e chiediamo noi scusa per l’imbecillità dell’ignoto vandalo che ha compiuto il gesto) ora l’opera che rappresenta la nuova frontiera del disegno urbano che spopola in tante città del mondo”.

“Cosa fare? – si chiede Valsecchi – Ci vogliono azioni che dal punto di vista disciplinare siano ineccepibili. Il buonismo non ha funzionato, la tolleranza ancora meno, troviamo un modo deciso per non incoraggiare ulteriormente la stupidità. Le famiglie degli autori del degrado urbano devono rispondere ben oltre il danno provocato dal loro congiunto se é minorenne sistemando anche altre parti della città colpite dai vandali, se gli autori sono maggiorenni, non ci interessa sfidare l’impopolarità, i loro nomi devono essere pubblicati sui giornali, oltre a pagare le conseguenze della loro bravata. Questo é il disincentivo per cercare di scardinare una perversa pratica che rende indecorosa la nostra città. E non sappiamo nemmeno se sarà sufficiente ad arginare il fenomeno”.