Vittima dell’amianto. La figlia: “Si è ammalato in banca”

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Angelo anzoni

 

VALMADRERA – Se n’è andato dopo aver combattuto per due anni un male incurabile: il mesotelioma polmonare, una neoplasia dovuta nella quasi totalità dei casi all’esposizione alle fibre d’amianto disperse nell’aria. E’ accaduto ad Angelo Manzoni, 76enne di Valmadrera, morto martedì al termine del decorso di un tumore che non lascia scampo.

Proprio perché dovuto alla costante esposizione alle fibre d’amianto, il mesotelioma è associato ai luoghi di lavoro dove è presente oppure dove veniva lavorato questo materiale e ad Angelo è stata riconosciuta ufficialmente come malattia professionale nel febbraio del 2013: ma il valmadrerese non lavorava in una fabbrica, bensì in una banca.

Ha svolto la sua mansione in portineria, tra il 1980 e il 1997, nell’edificio dell’ex Banca Popolare nella centralissima piazza Garibaldi a Lecco, diventata poi Deutsche Bank. E’ stata la figlia Cinzia, portavoce Gruppo Aiuto Mesotelioma Lecco, a riuscire a dimostrare che proprio a lavoro il padre si era ammalato: “Nessuno voleva crederci – spiega la donna – eppure l’amianto c’era, era nell’aria, e alla fine, dopo averlo verificato, hanno dovuto darmi ragione”.

Angelo Manzoni cantava nella corale di Valmadrera
Angelo Manzoni cantava nella corale di Valmadrera

Quella di Angelo Manzoni, spiega la figlia, “è la seconda morte dovuta alla stessa malattia, riconosciuta come professionale, tra i 12 colleghi di mio padre. Ci sono stati altri sei decessi per malattie polmonari in questi anni anche se, in questi casi, non è stato provato il nesso con l’attività lavorativa”.

Una doppia battaglia quella combattuta dalla famiglia Manzoni: quella per dimostrare che il mesotelioma era insorto a causa della permanenza sul posto di lavoro ma soprattutto quella contro il male.

“Sono stati due anni terribili per noi e per mio padre – prosegue Cinzia – il malato sa che, al contrario di altri tumori, il mesotelioma non dà speranze di guarigione. Il malati di questa neoplasia sono trattati come morti che camminano e non si sperimentano cure. Per questo devo ringraziare il dott. Luciano Mutti del Gime (Gruppo Italiano Mesotelioma) uno dei maggiori esperti di questa malattia, che ci ha aiutato e che ha permesso a mio padre di vivere in questi due anni”.

“Vergognoso – ha invece tuonatola figlia del 76enne – che a mio padre non sia stata riconosciuta la piena invalidità dall’Inail, nemmeno nell’ultima visita dello scorso venerdì, quando è stato decretato il 90% di invalidità”.

I funerali del valmadrerese sono previsti per il pomeriggio di giovedì, alla chiesa del Santo Spirito di Valmadrera alle 15.30. La lotta della figlia Cinzia, però, non si esaurirà con l’addio al padre: “Andremo avanti con l’associazione affinché a mio padre e a tutti gli ammalati vengano riconosciuti i propri diritti. Chiunque voglia può contattarmi attraverso il sito web www.gruppoaiutomesotelioma.org”