50 anni di vita con i Nomadi: Beppe Carletti a Monticello

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MONTICELLO BRIANZA – E’ previsto per giovedì 23 maggio alle ore 21 presso Il Granaio di Villa Greppi (via Monte Grappa 21, Monticello) l’incontro con il noto tastierista e membro fondatore dei Nomadi. Una serata di aneddoti e ricordi non solo musicali, nella quale Carletti presenterà la sua recente biografia intitolata “Io vagabondo. 50 anni di vita con i Nomadi”.

L’appuntamento, organizzato e promosso dal Comune di Monticello Brianza in collaborazione con l’Associazione gli Amici del Teatro e dello Sport, si inserisce nel lungo tour di presentazione che Beppe Carletti sta portando avanti da febbraio in molte città italiane. L’autore del libro “Io vagabondo. 50 anni di vita con i Nomadi” altri non è che uno dei fondatori storici del gruppo dei Nomadi, nati a Novellara, nella bassa reggiana, nel 1963 e che proprio quest’anno festeggiano i primi cinquant’anni di carriera.

Unico sopravvissuto della formazione originale, che vedeva tra gli altri anche il compianto Augusto Daolio alla voce, Carletti è attualmente il tastierista e leader indiscusso del gruppo emiliano. In occasione del cinquantennale della band, ha deciso di raccontare insieme al giornalista Andrea Morandi ricordi, aneddoti e vicende legate alla sua lunghissima carriera all’interno di uno dei gruppi storici della musica d’autore italiana. Nel libro, edito nel 2013 da Arcana, Carletti ripercorre le tappe fondamentali di una storia unica e probabilmente irripetibile, iniziata nei mitici anni ’60 e proseguita per cinque decenni tra dischi, successi (ma anche critiche e censure da parte della RAI), concerti in ogni angolo d’Italia e un affetto incondizionato da parte di una nutrita schiera di fedelissimi fans, che da sempre sostengono il gruppo.

Una storia, quella dei Nomadi, che ha dovuto inevitabilmente affrontare anche dei momenti dolorosi, come la morte del bassista Dante Pergreffi nel maggio del 1992 e, pochi mesi dopo, la scomparsa del leader Augusto Daolio, avvenuta il 7 ottobre 1992. Una batosta non indifferente, che però non ha affossato il cammino dei Nomadi e di Beppe Carletti, che ha raccolto la sfida e ha proseguito quel viaggio iniziato nel 1963. Nonostante le vicissitudini interne al gruppo e i molteplici cambi di formazione – l’ultimo in ordine di tempo è stato l’avvicendamento alla voce tra Danilo Sacco e Cristiano Turato – Beppe Carletti ha sempre cercato di tenere alti il nome e la bandiera dei Nomadi, per portare avanti un discorso di coerenza musicale e di impegno sociale che da sempre ha contraddistinto e caratterizzato la storia dei Nomadi, facendoli diventare il gruppo più longevo d’Italia.

Alla qualità dei brani musicali dei Nomadi, non è mai mancato l’impegno sociale e l’attenzione a diverse realtà disagiate del mondo: sono queste, forse, le pagine più toccanti del racconto di Carletti, quelle in cui ricorda i viaggi di solidarietà compiuti con il gruppo in giro per il mondo, cercando di aiutare piccole realtà in paesi come Cile, Tibet, Palestina, Perù, Cuba, Chiapas, Cambogia e Madagascar, fino ai più recenti concerti benefici in favore dei terremotati dell’Emilia.

Quella di Beppe Carletti è dunque una storia che coniuga musica e impegno umanitario, una storia musicale e culturale on the road da cinquant’anni e che non sembra intenzionata a fermarsi: “come diceva sempre Augusto – ama ripetere Beppe ogni volta che lo si interpella – i Nomadi sono come l’Uomo Mascherato: non muoiono mai”.