Calolzio, i ragazzi alla scoperta dell’arte del produrre la carta

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in ordine: Graziano Morganti della fondazione S.Maria del Lavello, il maestro cartaio Sandro Tiberi, gli assessori Valentino Mainetti e Vilma De Flumeri, l’ingenier Giuseppe Cima e Cristina Pelomori

CALOLZIO- Ogni giorno siamo circondati da carta, declinata nei suoi mille usi, senza renderci conto della preziosità che rappresenta, un mondo carico di fascino quello rievocato presso il Monastero S. Maria del Lavello per i bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie, grazie al progetto “Carta Viva” che vede la collaborazione fra amministrazione comunale e la Cartiera dell’Adda, sponsor ufficiale, con la presenza straordinaria del mastro cartaio Sandro Tiberi.

Per qualche ora i bambini di 3° e 4° elementare e i ragazzi delle scuola media sono stati trasportati nella favola della carta, ancor prima della sua nascita con le pitture rupestri degli uomini primitivi, per essere inventata nel 2° secolo dopo Cristo in Cina e approdare sulle coste del Mediterraneo grazie agli Arabi, fino poi a Fabriano dove divenne arte nel 1200. Un’esperienza non solo teorica, però, infatti, i ragazzi hanno potuto creare un foglio personalizzato da portare a casa.

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“E’ un’idea propostaci da Cristina Pelomori– ideatrice e promotrice del progetto-  ci è piaciuta subito, ma bisognava trovare i finanziamenti” così l’assessore Valentino Mainetti alla conferenza stampa di presentazione del progetto, al bando ha risposto subito in modo affermativo l’ingegnere Giuseppe Cima, presidente della Cartiera dell’Adda, nota e storica azienda calolziese, “ci è sembrato giusto dare un contributo in quanto si tratta di cultura, ho avuto l’occasione di conoscere la tecnica di produzione della carta artigianale anni fa e ne sono rimasto colpito, non è esattamente come il cartoncino povero e grigio che produciamo noi, ma sempre di carta di tratta!” ironizza; la cartiera in passato ha sostenuto diversi progetti scolastici, “ho fatto quello che potevo, spero che i ragazzi ne traggano profitto!”.

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Anche l’assessore all’istruzione Vilma De Flumeri si dice soddisfatta, sia per la risposta unanime di tutte le scuole del calolziese, pubbliche e paritarie, sia per la riuscita del progetto che si propone di rivalutare e riscoprire gli antichi mestieri, “è un intervento diverso per gli alunni, sono ancora piccoli, ma rientra tutto nell’ottica dell’alternanza scuola-lavoro, un grazie speciale alla fondazione del Lavello che ha messo a disposizione gli spazi funzionali per il workshop, ma anche caratteristici per la vicinanza al fiume, data l’importanza del ruolo dell’acqua nella produzione della carta”.

 

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Sandro Tiberi, direttamente da Fabriano, è riuscito ad ammaliare tutte le classi con le quali ha lavorato in questi giorni e continuerà a farlo fino a sabato 12 marzo, “ciò mi rende orgoglioso del mestiere che faccio… l’unico modo per imparare è il rapporto diretto maestro-allievo”. E’ l’unico maestro cartaio riconosciuto dalla regione Marche, “ho l’onore e l’onere di ricoprire questa mansione, ma non è un vanto, anzi è un brutto segno, significa che sta scomparendo un sapere, in silenzio, un silenzio assordante che lascia un vuoto… è uno scenario drammatico che vale per gran parte dell’artigianato artistico”, oltre la passione e la dedizione per il proprio lavoro che traspare dalle sue parole, c’è anche tanta amarezza, che non supera, però, la voglia di mantenere vivo un sapere che viene da epoche e luoghi lontani, “quello del cartaio è un mestiere attuale e futuribile, io non voglio essere una rievocazione storica, io vivo nel presente e guardo al futuro”, così nasce l’innovazione della carta, come le etichette inimitabili che se applicate a prodotti tipici li proteggono dalla contraffazione o i biglietti da visita e le partecipazioni di nozze che attraverso la tecnica NFC avvicinati a uno smartphone rimandano a siti internet.   “spero di aver lasciato qualcosa di buono, dobbiamo ricordarci che questa non è una crisi, è una condizione alla quale dobbiamo adattarci e fare come nell’antica Grecia in cui ci si stringeva, lasciando da parte i conflitti interni, contro il nemico”.

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