Il film “Camorra” di Patierno ha concluso la rassegna “Ma che film la vita”

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L’ultimo appuntamento ha aperto un dibattito anche su Lecco e sul rapporto con la ‘ndrangheta

Presenti Alberto Bonacina, referente dell’Associazione Libera di Lecco, e Mauro Masic, ex comandante dei Carabinieri della Compagnia di Lecco

LECCO – Si è concluso con Francesco Patierno, regista del film “Camorra”, la rassegna “Ma che film la vita! Il cinema interroga Lecco” organizzata da Confcommercio Lecco, rappresentato nell’occasione da Mattia Maddaluno presidente del gruppo Giovani, e Parrocchia di San Nicolò.

Un tema importante quello quello della legalità che, proprio a partire dalla visione del film, ha stimolato la discussione con la città anche grazie alla partecipazione di Alberto Bonacina, referente dell’Associazione Libera di Lecco, e Mauro Masic, ex comandante dei Carabinieri della Compagnia di Lecco.

Il regista Francesco Patierno

Anche l’ultima delle quattro serate è stata contraddistinta da una folta cornice di pubblico che ha seguito con attenzione e animato il dibattito.

“Nel marzo 2018 ho avuto una chiamata da parte di Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Teche, che aveva avuto l’idea di affidare ad alcuni registi cinematografiche lo sviluppo di grandi temi usando liberamente l’enorme repertorio in possesso della Rai – ha raccontato il regista napoletano -. Mi sono sentito come un bambino in un negozio di caramelle”.

Mauro Masic

“Da napoletano ho visto la grande occasione per dire la mia sul tema della camorra, sia perché l’ho vissuta, sia perché l’immaginario collettivo, all’estero, si è configurato su ciò che è venuto da Gomorra in poi: ineccepibile dal punto di vista dello stile e dell’immagine, ma non corrisponde alla realtà – ha detto Francesco Patierno -. C’è una spettacolarizzazione del fenomeno che, in modo graduale, ha abbandonato l’analisi della realtà ed è diventato un racconto di criminali”.

Mattia Maddaluno, Francesco Patierno e Alberto Bonacina

Il film è un ritratto storico e socio-antropologico della camorra concentrato sul periodo tra il 1960 e il 1990. Camorra scava nell’anima di una città imperscrutabile: “Dove l’alto e il basso convivono e dove il confine tra legale e illegale non è visibile”.

Particolare anche la scelta della voce narrante: “Sapevo di aver bisogno di una voce che, ogni tanto, facesse il punto della situazione ma non volevo la solita voce fuoricampo. Così mi è venuta l’idea di utilizzare un cantante che facesse un parlato-cantato e mi è venuto subito in mente MAG, ex cantante dei 99 Posse. Non la conoscevo ma sapevo di voler solo lei e mi sono messo sulle sue tracce. Era a New York, le ho raccontato il progetto via skype e, dopo un po’ di titubanza, si è convinta. Le ho spiegato anche che non c’era nessun intento polemico con Gomorra ma volevo allontanarmi da quel modo di raccontare…”.

I due artisti fanno il lavoro e tutto va benissimo: “Solo alla fine scopro che lei è la compagna di Saviano. Tra tutte le persone al mondo che potevo andare a beccare ho chiesto, senza saperlo minimamente, alla compagna di Saviano, una coincidenza assurda”.

Inevitabilmente il film ha aperto la discussione e una serie di riflessioni anche su Lecco e sul rapporto con la ‘ndrangheta. Una piaga che ha coinvolto il nostro territorio anche in tempi recenti.

Monsignor Davide Milani

Si chiude così una prima esperienza nuova e particolare. La rassegna è stata capace di coinvolgere centinaia di cittadini andando al di là della semplice proiezioni di un film ma creando un momento civico-sociale importante.

Alberto Bonacina