La “Adorazione dei Magi” di Artemisia Gentileschi raccontata ai Lecchesi

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LECCO – Una vicenda umana, prima ancora che artistica, ricca di forza e di emozione è quella che segna la vita di Artemisia Gentileschi, artista di grandissima capacità espressiva e straordinarie capacità tecnica in un periodo, quello di inizio Seicento, in cui essere pittrice donna non era pensabile. Una vita profondamente segnata da uno “stupro” quando Artemisia era solo dodicenne, divenuto pubblico e quindi motivo di “esilio” nella Roma di quel tempo. Ma proprio dall’avventura seguita a questa violenza nasce la volontà dell’artista di mettere tutta se stessa nelle proprie opere, riuscendo a conquistare l’accesso, prima donna in assoluto, all’Accademia del Disegno di Firenze e quindi ad affermarsi definitivamente a Napoli, grazie a quel suo stile così unico, che ha origine dal Caravaggio ma esprime una fortissima personalità.

C’è tutto questo dentro a “L’Adorazione dei Magi”, esposta al Museo Diocesano “Carlo Maria Martini” di Milano fino al 26 gennaio prossimo: una tela stupenda che ci parla del Natale in modo commovente, a cominciare dall’espressione di profondo stupore del Mago che si prostra ai piedi della Madonna e di Gesù, perché vede in quel Bambino la risposta al proprio desiderio di uomo: una risposta che supera ogni immaginazione, perché Dio si avvicina all’uomo facendosi uguale a lui.