Giuseppe Villa riapre il vecchio teatro di S. Giovanni per mostrare i Luoghi Comuni

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L’Amo 22: il creativo lecchese ha presentato il suo nuovo calendario

Una performance artistica per raccontare un pezzetto dello nostra città

LECCO – Successo per la presentazione del nuovo calendario di Giuseppe Villa: progetto L’Amo 22. Luoghi Comuni. Capitolo sette. Una nuova pagina del lungo lavoro del creativo lecchese che va ad approfondire con con parole, immagini ed emozioni le molteplici sfaccettature di Lecco e della sua società. Un regalo fatto di ritratti e racconti che restituiscono lampi di memoria lontani nel tempo ma legati all’attualità.

Così è stato anche ieri pomeriggio, quando Giuseppe Villa (grazie alla collaborazione della parrocchia) ha potuto riaprire il vecchio teatro di San Giovanni per presentare al pubblico il suo nuovo calendario dedicato ai Luoghi Comuni. Nello sguardo di chi c’era si poteva leggere quella luce inconfondibile che richiama storie di vita, persone, aneddoti. Appena varcata quella soglia chiusa da più di vent’anni, la gente veniva abbagliata da flash di ricordi che spazzavano via dita di polvere.

E proprio in questo clima di suggestione, Villa è riuscito a esprimere tutta la sua arte grazie a una installazione molto “scenica” che, partendo dalla sigla LC (letta come targa della nostra provincia ma anche come acronimo di Luoghi Comuni), ha accompagnato la gente in un piccolo viaggio. Uno stendibiancheria al centro del foyer: stendibiancheria inteso come un posto comune dove tutti i panni sono stesi ad asciugare e, ad asciugare, in questo caso erano le pagine del calendario. E poi, in una sorta di collegamento, il visitatore passava nella sala del teatro dove era il palcoscenico a diventare luogo comune. Lì c’era un’esplosione di 12 stendibiancheria di cui solo 11 visibili a simboleggiare chi nel teatro lavora dietro le quinte e non si vede.

Sempre in sala, il pubblico veniva avvolto dal suono di due voci, una giovane e l’altra anziana, uno scambio generazionale tra un’attrice professionista (Ancilla Oggioni) e una nonna 95enne, che leggevano oltre 120 frasi fatte (e qui ritorna il concetto del Luogo Comune) in italiano e dialetto. L’esposizione era completata da una bacheca dedicata a due ospiti speciali che hanno collaborato con una foto (di Maria Bryzhko) e un racconto (di
Prashanth Cattaneo).

L’ultimo step del percorso era dedicato ai rifiutati. Il calendario è stato infatti frutto di un Lavoro Comune (e ritorna LC) in cui il pubblico ha potuto scegliere le immagini dei 12 mesi attraverso un contest sui social. E così, le immagini scartate sono state esposte nelle toilettes del vecchio teatro a simboleggiare come ciò che non serve più può trovare una nuova vita in una sorta di “economia circolare”.

La performance artistica di Giuseppe Villa, anche questa volta, è stata molto apprezzata (così come il calendario). Attraverso un dialogo intergenerazionale, è riuscito a toccare le corde emozionali che alimentano scintille tra passato e presente. Il progetto L’Amo è un ricamo che, anno dopo anno, si completa, cresce, muta svelando quella trama che è sotto gli occhi di tutti ma, senza un aiuto, è difficilissimo vedere.