Le “Vite di Fabbrica” raccontate dagli ex lavoratori, il documentario dello Spi Cgil

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Badoni, Caleotto, Forni Impianti, Sae e File: le grandi fabbriche che hanno plasmato Lecco e la sua gente

“In fabbrica si creava una comunità che ti accoglieva e ti aiutava a crescere. C’era l’orgoglio di far parte di un progetto condiviso”

LECCO – In occasione dei festeggiamenti per il 1° maggio è stato presentato oggi, mercoledì 30 aprile, a Palazzo delle Paure il documentario “Vite di Fabbrica”, realizzato dal Sindacato Pensionati Italiani della Cgil di Lecco in collaborazione con il Sistema Museale del Comune di Lecco. Una sala gremita ha atteso la proiezione dell’importante lavoro di memoria incentrato sulle interviste agli ex lavoratori delle grandi fabbriche di Lecco realizzate da Angelo De Battista e approfondimenti di Vanni Galli (montaggio di Federico Videtta).

“Non si tratta di una ‘operazione nostalgia’, ma è la storia di persone e di un territorio – ha detto Pinuccia Cogliardi, segreteria generale Spi Cgil Lecco -. Si tratta di un lavoro in cui abbiamo creduto molto e che da oggi, presso il polo museale di Palazzo Belgiojoso, è fruibile a tutti. Racconta di una vita che oggi è molto diversa da allora, di quando in fabbrica si creava una comunità che ti accoglieva e ti aiutava a crescere. C’era l’orgoglio di lavorare in fabbrica perché ognuno faceva parte di un progetto condiviso. Quello che purtroppo non è cambiato, e forse è peggiorato, è il tema della sicurezza sul lavoro“.

Pinuccia Cogliardi

Sicurezza su lavoro, condizioni di vita, condizioni di lavoro, lotte sindacali, fanno da filo conduttore nelle vite dei lavoratori che hanno raccontato le realtà dei più importanti stabilimenti industriali del territorio, tra cui Badoni, Acciaierie del Caleotto, Forni Impianti, Sae e File. Stabilimenti che hanno contraddistinto per anni il tessuto urbanistico e la struttura socio-economica della città di Lecco. Un viaggio che parte dal secondo dopoguerra, dagli anni dal boom economico, per arrivare fino alla deindustrializzazione del decennio 1990/2000.

Alla presentazione ha partecipato la vicesindaca di Lecco, assessora alla Cultura, Simona Piazza: “Le fabbriche hanno forgiato anche il tessuto socio-culturale della nostra città, non solo quello economico. Non solo archeologia industriale dunque, ma anche e soprattutto memoria e storia di un intero territorio”.

Presenti anche il segretario generale Spi Cgil Lombardia Daniele Gazzoli e il segretario generale Cgil Lecco Diego Riva e, proprio quest’ultimo, ha sottolineato come “quello che succedeva allora sta succedendo anche oggi con la globalizzazione. Allora la ‘vita di fabbrica’ era una vita di partecipazione che dobbiamo riportare oggi nei luoghi di lavoro. Dobbiamo prendere le esperienze già percorse in passato e rimetterle a terra. Essere operaio era motivo di orgoglio e tutti insieme lavoravano per cercare di migliorare le condizioni di vita. Dobbiamo riuscire a scardinare la cultura individualista attuale, bisogna crederci come ci si credeva allora”.

Diego Riva

Il direttore del Simul Mauro Rossetto, al termine della visione del documentario, ha accompagnato i presenti a Palazzo Belgiojoso, per l’inaugurazione del nuovo allestimento del totem audiovisivo nella Sala dell’Industria lecchese del Museo Storico e per una visita guidata del suo percorso espositivo, nel quale verrà inserito in modo permanente anche il documentario “Vite di Fabbrica”: “Questo spazio raccoglie già il documentario di Sofia Badoni, sulle origini dell’industria lecchese lungo il torrente Gerenzone, e spezzoni di famosi film italiani e stranieri, da Metropolis di F. Lang (1927) a La stella che non c’è di L. Castellitto (2006). L’intero corpus di documenti audiovisivi raccolto durante la ricerca resterà, invece, a disposizione degli studiosi nel Polo archivistico del Simul e nell’Archivio storico della Cgil”.

“Un ringraziamento – ha concluso la segretaria generale Spi Cgil Lecco Pinuccia Cogliardi – a chi ha contribuito alla realizzazione del video e un grazie particolare agli ex dipendenti che hanno condiviso con noi il racconto delle proprie esperienze di giovani lavoratrici e lavoratori nel Dopoguerra. Le loro testimonianze hanno permesso di fermare e di conservare il ricordo di un periodo significativo della storia industriale lecchese. Un’epoca che può offrire spunti di riflessione sui profondi cambiamenti avvenuti nel corso degli anni e sulle conquiste sindacali raggiunte in nome di quei diritti che ancora oggi sono alla base della nostra società”.