Lecco Film Fest. La città incontra Antonio Albanese: “E’ un’emozione grandissima”

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Un’ironia pungente e tanto sentimento gli ingredienti dell’incontro con l’attore di Olginate

“Ricordo ancora quando Lecco era piena di cinema e io venivo qui con il mio Ciao”

LECCO – “Ehi voi, lassù, tutto bene? (rivolto ad alcune persone che stavano assistendo all’incontro da un balcone di piazza XX Settembre). Chissà quanto avete pagato al metro quadro (scherza Antonio Albanese). E poi, se buttate giù qui (riferito a Palazzo delle Paure), riuscite a vedere anche il lago”.

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Si è concluso con questo brillante sketch comico improvvisato il bellissimo pomeriggio con l’attore, originario di Olginate, Antonio Albanese che nell’ambito del Lecco Film Fest ha incontrato una Lecco che l’ha accolto con un grandissimo abbraccio (virtuale). Poco dopo aver inaugurato il nuovo cinema Aquilone, nella splendida cornice di piazza XX Settembre, Albanese è stato intervistato da Federico Pontiggia critico della rivista del Cinematografo.

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“Ricordo quando a Lecco ci venivo con il mio Ciao. E’ un’emozione essere qui perché questa è una comunità che ha dato la possibilità a mio padre, emigrato, di creare una famiglia e star sereno, queste sono cose che non si dimenticano. E poi ho una stima enorme verso don Davide Milani: quando mi ha accennato alla possibilità di venire a Lecco, che in questi anni ha vissuto culturalmente un momento di sonnolenza, e la verità va detta se si vuole bene a un territorio, ho accettato perché so che i lecchesi sono curiosi. Possono essere un po’ troppo attenti in partenza, quasi diffidenti, ma poi ‘se c’è da lavorare lavorano’ e quando c’è il buonsenso, lo accettano e lo coccolano. Don Davide oggi ha creato una cosa meravigliosa perché quando a Riccione, alla convention nazionale degli esercenti dei cinema e dei produttori, ho detto che venivo a Lecco a inaugurare un cinema, si è levato un coro di stupore”.

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Un incontro a tutto tondo, “una confessione pubblica” come l’ha definita don Davide, che ripercorrendo la sua carriera cinematografica ha toccato i temi più diversi, dalla malavita all’immigrazione, al mondo del lavoro, ai prossimi progetti (un film che porterà Albanese di nuovo nel nostro territorio), alle sue “maschere” che a distanza di anni sono impresse ancora nella memoria di intere generazione. Il tutto condito da aneddoti e picchi di brillante ironia che hanno tenuto gli ascoltatori incollati alle parole dell’attore.

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“Io sono cresciuto a Olginate, fino ai 22 anni sono stato un operaio, un tornitore – ha raccontato -. Poi da lì, lasciando il certo per l’incerto, sono partito. E allora, il racconto che voglio un po’ realizzare nel mio prossimo film, è proprio quel qualcosa che mi manteneva. Se fossi rimasto in questo posto? Il film l’ho scritto immaginando questi luoghi che io conosco perfettamente”.

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Nei suoi film i temi sono scelti guardando alla sua parte più privata: “A me piace veder la gente star bene, non voglio vedere la gente litigare e allora inseguo il buonsenso e quella normalità meravigliosa che si sta perdendo per inseguire strane nevrosi e strani desideri”. E poi un accenno al covid, al lockdown e al tema dei vaccini: “Sono favorevolissimo al vaccino: ricordatevi che la libertà è partecipazione (citando il grande Gaber). Se partecipiamo tutti raggiungiamo la libertà, altrimenti niente”.

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E ancora i suoi personaggi, quell’interpretazione del Ministro della Paura oppure Cetto La Qualunque (“visto come stanno andando le cose oggi in Parlamento sarebbe un moderato”), così profetici, situazioni che Albanese sembra aver previsto con anni di anticipo e poi, la domanda finale che si rifà al tema del festival, cosa fa bello il mondo? “Ci vuole poco, è semplice… Bisogna amarlo e poi ci vuole partecipazione. La partecipazione vera quella fatta di incontri e abbracci. Adesso ci sono i social, un mio amico l’altro giorno mi dice ‘ho 12mila amici’, gli ho risposto ‘cosa sei, una prostituta?’ – ha detto con ironia – Io non ho social, non ho niente… io lavoro!”

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Antonio Albanese con l’ex sindaco di Olginate Italo Bruseghini