Laura Lucchetti (Premio Lucia) e Andrea Pallaoro conquistano il pubblico
Accoglienza calorosa per Mario Martone e Ippolita di Majo
LECCO – “Sul lago realizzerei I promessi sposi, mi sento a casa. È la prima volta che vengo a Lecco ed è davvero emozionante”. Così Mario Martone ha esordito durante la seconda giornata del Lecco Film Fest, il festival promosso da Confindustria Lecco e Sondrio e organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo.
Sul palco di Piazza Garibaldi il regista ha presentato il suo ultimo lungometraggio, Fuori, insieme alla sceneggiatrice Ippolita Di Majo. Interpretato da Valeria Golino, Matilda De Angelis e Elodie, il film è l’adattamento cinematografico del romanzo autobiografico di Goliarda Sapienza, dal titolo L’università di Rebibbia del 1983. “Un film al femminile, in un tempo in cui il “dentro” è l’unico conforto. È dentro che trovi il vero dialogo, si tratta di un aspetto che ha a che fare anche con la dimensione spirituale”, spiega.

Mentre Ippolita Di Majo racconta: “Con Mario abbiamo cominciato a lavorare su Goliarda Sapienza tanti anni fa. Una scrittrice completamente fuori dagli schemi, tant’è che il film si chiama Fuori anche per questo. Di Goliarda ci ha rapito la sua libertà di sguardo e Mario è stato straordinario nell’abbandonarsi a questo mondo di donne”.

Un altro importante risultato per la sesta edizione del Lecco Film Fest: i primi due film presentati in piazza, Fuori e Le assaggiatrici, sono gli unici due italiani nella odierna Top10 Box Office.

Il Lecco Film Fest ha aperto la sua seconda giornata con l’incontro con il regista Mattia Colombo e la direttrice del LABANOF (Laboratorio di antropologia e odontologia forense) Cristina Cattaneo, presenti per la proiezione del documentario Sconosciuti puri, definizione gergale dettata dalla stessa dottoressa Cattaneo e del suo team nella sala autopsie per chiamare quei corpi o quei resti che vengono ritrovati e che non è possibile identificare immediatamente. Il documentario, diretto da Colombo insieme a Valentina Cicogna, nasce, come ha raccontato il regista, da “un lavoro lunghissimo. È una storia sconosciuta e di dimenticanza perché è giusto restituire quei corpi alle famiglie e che non ci siano vittime di serie a e vittime di serie b”. “Un film che parla di memoria dei corpi con salvezza salvifica – commenta Cristina Cattaneo -. Bisogna fare in modo che il defunto possa raccontare la sua storia per l’ultima volta. Per me questo è fondamentale”.
Nel pomeriggio Laura Luchetti, regista di serie come Nudes (2021) e Il Gattopardo (2024), ma anche di film come il suo ultimo La bella estate (2023), si è raccontata al pubblico: “La bella estate è l’adattamento dell’omonimo romanzo di Cesare Pavese – dice la regista – È un racconto estremamente evocativo con una voce interiore di una ragazza. Mi piace molto raccontare l’adolescenza perché è l’età in cui tutto è possibile e al proprio fianco si ha l’alleato più grande che si possa avere: il futuro. È anche l’età in cui si perde l’innocenza: una cosa meravigliosa ma al tempo stesso estremamente dolorosa”.

Laura Luchetti, in questa occasione, ha ricevuto il Premio Lucia – consegnato da Marco Campanari, presidente di Confindustria Lecco e Sondrio – riconoscimento simbolo del Lecco Film Fest.
A seguire, il regista Andrea Pallaoro, in Piazza XX Settembre, si è raccontato attraverso i suoi film: Medeas, Hannah, Monica, che indagano con straordinaria lucidità il femminile, lo spazio, l’abbandono, restituendo corpi e silenzi come paesaggi emotivi. “Il mio vero interesse è penetrare il mondo interiore dei personaggi – dice Pallaoro –. Anche come spettatore, i momenti più coinvolgenti sono quelli che si basano sul linguaggio cinematografico e non sul dialogo. Il cinema ha sempre avuto ruolo nella mia vita, sin da piccolo”.
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