Parole e musica, Morgan racconta il ‘suo’ Manzoni a Lecco Città dei Promessi Sposi

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Il cantautore ha chiuso il Festival con l’evento canta-storia

Teatro pieno per il fondatore dei Bluvertigo. “Il mio Manzoni? Da conoscere nel tempo, opera dopo opera”

LECCO – Un artista che ‘sa parlare e fa parlare’: Marco Castoldi, in arte Morgan, fondatore frontman dei Bluvertigo e noto giudice di XFactor, è stato ospite domenica sera del Festival Lecco Città dei Promessi Sposi. Sul palco del Cenacolo Francescano il cantautore ha dialogato con Mauro Rossetto, coordinatore della rassegna, regalando al pubblico (che ha riempito il teatro) una serata di parole e musica.

Il pubblico in sala

‘Fil rouge’ della serata Alessandro Manzoni, raccontato da Morgan che, per l’occasione, si è presentato vestito come lo scrittore: “Fateci caso – si è rivolto al pubblico strappando subito una risata – c’è un dipinto in cui Manzoni è proprio vestito così”. “Il mio Manzoni? – ha proseguito – E’ da scoprire nel tempo. Parliamo di uno scrittore ma anche di un acuto pensatore, che ha prodotto diversi generi: romanzo, poesie, tragedie, pamphlet. Un personaggio eclettico, ogni opera che leggi scopri qualcosa in più, a seconda del  livello di conoscenza letteraria. C’è da dire che Manzoni non era un Leopardi, non stava male, non era un disperato. Il mio Manzoni è anche narcisista, stava bene, era un elitario, si sentiva forte nel suo benessere. E’ nato colto, suo nonno ricordiamo era Cesare Beccaria…Manzoni insomma è praticamente cresciuto tra libri e lettere, era un bambino prodigio che ambiva al successo, ce lo dice in un sonetto che dovrebbero fare leggere a scuola, altro che il 5 maggio” ha commentato Morgan riferendosi ad ‘Autoritratto’.

“Ho fatto un esperimento – ha proseguito – siccome questa poesia mi è piaciuta davvero tanto ma ho trovato un po’ ‘antico’ il linguaggio l’ho riscritta, traducendola e modernizzando le parole. Ho perso l’endecasillabo ma il senso è chiaro: Manzoni cercava la fama e il successo, lo dice a chiare lettere. Per questo motivo stimava Napoleone, che di positivo non aveva proprio niente: per lui rappresentava successo, ambizione, carriera. Credo che oggi la nostra società, i nostri giovani in particolare, vivano lo stesso desiderio: avere successo, diventare famosi. Sembra che tutti gli sforzi siano rivolti a quello, alla fama. Io invece, in una delle mie canzoni, cantavo il contrario: ero contro me stesso e non volevo avere successo”.

Durante la serata Morgan ha alternato momenti di dialogo e musica, regalando alla platea i suoi successi più noti e le canzoni più sentite. Sul palco insieme al lui anche il cantautore Lisbona (all’anagrafe Luca Fratto) che l’ha accompagnato in alcune esecuzioni.

Morgan con Mauro Rossetto, coordinatore della rassegna Lecco Città dei Promessi Sposi

Con la serata canta/storia cala il sipario sul Festival Città dei Promessi Sposi anche se gli eventi proseguiranno con il Fuori Festival (leggi qui il programma). “Siamo molto soddisfatti di queste giornate – ha commentato Rossetto – le proposte hanno attirato numerosi visitatori, curiosi di ‘immergersi’ in un’atmosfera manzoniana, artistica e culturale. Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questa edizione”.

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