La serata ha rivelato retroscena inediti e protagonisti locali legati a uno dei crimini più rilevanti della storia del ‘900
I relatori del terzo incontro del ciclo Archivi “per Lecco” sono stati Alberto Benini e Pietro Corti
LECCO – Il terzo appuntamento del ciclo Archivi “per” Lecco, svoltosi la sera del 22 aprile e promosso dall’Associazione Giuseppe Bovara – Archivi di Lecco e della Provincia (rivista edita da Cattaneo Paolo Grafiche di Oggiono/Annone, prossima a festeggiare il cinquantesimo anniversario), ha fatto registrare ancora una volta il tutto esaurito.
La Sala Neogotica dell’Officina Badoni si è infatti riempita di pubblico, che, nonostante il periodo di ponti e vacanze, non ha voluto mancare a questo appuntamento dedicato ai risvolti lecchesi di uno dei delitti politici più efferati della storia italiana del Novecento.
I relatori Alberto Benini e Pietro Corti, autori di numerose pubblicazioni sulla montagna e coautori del recente volume dedicato ai 150 anni del CAI di Lecco, hanno coinvolto il pubblico esplorando le profonde connessioni tra il territorio lecchese e uno dei capitoli più drammatici della storia nazionale.
“Questi legami vanno ben oltre la semplice coincidenza: uno degli esecutori del delitto, Amleto Poveruomo, era originario del borgo lariano, dove gestiva una rinomata macelleria – continuano i relatori – Inoltre, a Ballabio ebbe luogo il clamoroso arresto di Albino Volpi, uno degli altri responsabili dell’assassinio di Giacomo Matteotti. Entrambi erano affiliati al gruppo degli ‘arditi’ milanesi, schierato a sostegno del regime mussoliniano”.
“A fare da sfondo alle complesse vicende di questi personaggi, riportate alla luce grazie a documenti provenienti da diversi archivi statali, ci sono luoghi che ancora oggi ci sono familiari: il Caffè del Teatro in Piazza Garibaldi, i rifugi ai piedi delle Grigne, le pareti e i ‘sigari’ rocciosi che, muti e inconsapevoli, portano il nome di altri protagonisti coinvolti in questa intricata storia” spiegano i relatori.
“Tra questi nomi, spicca Erminio Dones, una figura poliedrica e di grande originalità: politico ‘ardito’, grafico, pittore, scultore, architetto, grande sportivo esperto in canottaggio, sci e, naturalmente, arrampicata – continuano i relatori – Fu proprio lui a conquistare per primo il ‘sigaro’ roccioso che ancora oggi porta il suo nome”.
L’incontro è stato registrato e sarà presto disponibile sul canale YouTube dell’Associazione Giuseppe Bovara, dove potrà essere visionato liberamente a partire da lunedì 28 aprile. Il prossimo appuntamento del ciclo Archivi “per” Lecco è fissato per il 9 maggio, alle ore 21, e avrà come tema il dialetto, definito “la lingua del lavoro”.
Per informazioni: associazione.bovara@gmail.com