Maggianico: restaurato il polittico del Luini grazie al Fai di Lecco

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LECCO – A Lecco, nella chiesa parrocchiale di Maggianico (dedicata a Sant’Andrea), venerdì 16 giugno alle ore 20:30, sarà presentato il polittico di Bernardino Luini, che viene ricollocato nella sua cappella, dopo i mesi in cui è stato nel laboratorio di Roberta Grazioli a Bergamo, per il restauro.

Il restauro è stato finanziato dalla delegazione FAI di Lecco con una donazione fatta in ricordo dei fratelli Paolo e Alessandra Boghi dalla famiglia. La scelta di restaurare questa opera è stata compiuta secondo il consiglio e le indicazioni della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Lombardia Occidentale: la dottoressa Ilaria Bruno ha valutato che, nel territorio di Lecco, il polittico fosse l’opera che meritava, per la sua importanza, e richiedeva, per lo stato precario in cui si trovava, un intervento di restauro estetico e conservativo. Note sul polittico e su Bernardino Luini Secondo le valutazioni degli storici dell’arte che se ne sono occupati, il polittico ha cinquecento anni.

La data più comunemente accettata per la sua realizzazione è quella del 1515. Il polittico raffigura la “Madonna col Bambino e Santi, Dio Padre e l’Annunciazione”.

Sono otto pannelli: al centro il grande dipinto della Madonna, affiancato da Sant’Andrea e San Sebastiano; nell’ordine superiore, Dio Padre, affiancato da Santa Caterina e Sant’Antonio; alla sommità l’angelo annunciante, Gabriele, e la Madonna annunciata.

Bernardino Luini (1481 circa-1532), è tra i più apprezzati pittori lombardi della sua epoca, la sua produzione è ampia e di notevole qualità: definirlo come esponente del Manierismo non è un giudizio riduttivo, se si pensa che, per il Vasari, la “grande maniera” aveva come massimi esponenti Michelangelo, Raffaello e Leonardo da Vinci. Proprio a quest’ultimo, Leonardo, il Luini viene sempre accostato: i lunghi periodi di presenza a Milano di Leonardo (1482-1499, 1508-1514) hanno permesso ad alcuni pittori, che in quel tempo avviavano la loro opera, di conoscere l’artista e le sue opere e di lavorare con lui: il Rinascimento toscano trasportato in Lombardia. Sono detti i leonardeschi. Del territorio lecchese, si ricorda Marco d’Oggiono, molto fedele al maestro.

Luini, in più, negli anni giovanili, aveva prodotto a Verona una delle sue prime opere ed era quindi a conoscenza anche dei maestri veneti del Rinascimento. Il polittico del Luini sarebbe pervenuto alla parrocchia di Maggianico dalla famiglia Ghislanzoni di Barco che ne era proprietaria, anche se la presenza di Sant’Andrea, titolare della chiesa, può far pensare che sia stato commissionato per la chiesa stessa. Nel 1831 il polittico viene smontato e ricomposto nella sua forma attuale. L’architetto Giuseppe Bovara progetta il nuovo altare, con le cornici in marmo scolpite da Bernardo Argenti.

E’ l’occasione anche per un importante restauro, consigliato, anzi preteso, dal Bovara stesso. Anche allora il polittico venne pulito e restaurato a Bergamo: il restauratore fu Marco De Leida. Per adattarsi alla nuova incorniciatura, Santa Caterina e Sant’Antonio persero un po’ di cielo sopra la loro testa: qualche centimetro delle due tavole fu segato. I dipinti erano in origine ad olio su tavola, come riferisce la restauratrice Roberta Grazioli. Nel 1872 furono “trasportati”, come si dice per una tecnica molto complessa e anche rischiosa, su tela dal pittore Antonio Zanchi. Alla vigilia del 1953, anno della mostra del Luini a Villa Olmo di Como, si compie un nuovo restauro.

La rappresentante della Soprintendenza, la dottoressa Ilaria Bruno, e Roberta Grazioli, la restauratrice, sono concordi nel constatare che quell’intervento non ha prodotto buoni risultati: ad esempio, gli sfondi erano rimasti scuri e la superficie pittorica presentava piccole diffuse crepe. La presentazione del polittico restaurato sarà moderata dalla capo delegazione del FAI di Lecco, Gaetana Santini. Dopo l’intervento del parroco di Maggianico don Ottavio Villa parlerà la dottoressa Ilaria Bruno, della Soprintendenza, che descriverà i motivi della scelta e la sua opera di sorveglianza sui lavori.

La restauratrice Roberta Grazioli illustrerà, anche con la proiezione di immagini fotografiche, le fasi del lavoro, i punti critici e le soluzioni adottate per la restituzione alla visione originale o a quanto più vicino si sia potuto. Lo scopo del lavoro di entrambe è stato naturalmente quello che il polittico abbia ancora una lunga vita e una degna conservazione. Sono previsti interventi musicali, con musiche rinascimentali, eseguiti dall’Ensemble Laboratorio polifonico “Giacomo Carissimi” del Civico Istituto Musicale “G. Zelioli” di Lecco.

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