Museo delle Grigne a Esino: “Così si ottiene il riconoscimento regionale”

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Il sito museale di Esino, da poco riconosciuto come ‘Raccolta museale regionale’

“Per accedere al riconoscimento è necessari seguire un iter ben preciso, riflettere sulla missione del museo e definire le attività”

ESINO – Il Museo delle Grigne di Esino da giovedì scorso, 17 novembre, è ufficialmente un museo riconosciuto da Regione Lombardia. Non l’unico della provincia lecchese: con lui anche il Museo della Seta Abegg di Garlate e la Casa Museo di Villa Monastero a Varenna, durante la cerimonia che ha avuto luogo a Palazzo Lombardia. Tre realtà molto diverse tra loro, con precisi criteri espositivi che si differenziano gli uni dagli altri e dislocate in punti opposti del territorio. Viene dunque spontaneo chiedersi come abbia fatto Regione Lombardia a ritenerle idonee a riceverlo seguendo criteri di uniformità, e a spiegarlo è Catherine des Senarclens, che in rappresentanza dell’Associazione Amici del Museo delle Grigne, sodalizio che si occupa di gestire l’omonimo museo da trent’anni, ha ritirato targa e attestato consegnati dall‘assessore regionale alla Cultura Stefano Bruno Galli, alla presenza anche di Anna Ranzi, presidente del Sistema Museale della provincia di Lecco.

“Per accedere al riconoscimento bisogna seguire un preciso iter, basato sulla parola ‘ordine’. Rispetto al Museo delle Grigne, abbiamo quindi dovuto riflettere sulla missione che intendevamo portare avanti come realtà culturale, definendola con precisione e condividendola, pensare alle attività da svolgervi, per esempio quelle educative, definire i criteri per le mostre temporanee e altri aspetti, oltre che effettuare una verifica sulla sicurezza sia delle collezioni che dei visitatori. Senza proporre una precisa offerta per i fruitori, garantire il controllo di tutte le attività organizzate, impegnarsi ad arricchire le collezioni nel tempo ed eventualmente dotarsi di un deposito, non è possibile pensare di essere riconosciuti. È un bene che un museo si dia tutte queste regole e l’ufficio competente di Regione Lombardia offre un valido supporto“.

Museo delle Grigne
Museo delle Grigne a Esino

Non solo adempimenti, ma anche vantaggi: il riconoscimento regionale dà ai musei lombardi, anche se non sempre, la possibilità di vedersi comprovare un punteggio aggiuntivo alla qualità del progetto nel caso di partecipazione ai bandi, spesso l’unica risorsa per far proseguire lo sviluppo di un museo gestito da volontari come quello di Esino: “Già in passato la partecipazione ai bandi ci ha permesso di attrezzarci con una serie di strumenti tecnologi affascinanti: nel 2017 con tablet che accompagnano la visita dei ragazzi in tutte le sezioni del museo, e nel 2018 con una grotta virtuale dotata di un touch screen gigante che permette di fare un tour guidato a 360 gradi all’interno della grotta di Cainallo, illustrando la storia del territorio dal punto di vista geologico e introducendo la ricca raccolta dei fossili del museo”.

Altro beneficio è l’inserimento nelle pubblicazioni sui musei distribuite da Regione Lombardia e l’opportunità di entrare nel circuito di ‘Abbonamento Musei’, che consente ai visitatori di accedere ai siti d’interesse regionale con prezzi agevolati o senza pagare. Il Museo delle Grigne è già gratuito, però avere il proprio nome all’interno della guida messa a disposizione insieme alla tessera del circuito permette di avere visibilità in più. Va specificato inoltre che esistono due livelli di riconoscimento: Museo o Raccolta museale regionale. Nel caso del Museo delle Grigne è stato attribuito il titolo di Raccolta museale perché non può garantire 5 giornate di apertura a settimana tutto l’anno.

Il museo delle Grigne di Esino
Il museo delle Grigne di Esino

Prossimo progetto del Museo per far valere il fresco riconoscimento ottenuto, e già in cantiere, si chiama ‘IN & OUT, dialogo nel cuore della Grigna tra museo e territorio’: “Per la parte ‘IN’ viene installato un plastico della Grigna su cui si proiettano delle informazioni nel campo geologico, archeologico e naturalistico per illustrare le peculiarità del territorio – spiega Catherine – mentre per la parte ‘OUT’ facciamo il contrario: anziché mettere la Grigna nel museo portiamo quest’ultimo nella Grigna, dando informazioni in alcuni punti d’interesse sui sentieri come immagini del passato o leggende, qualche dato sulle grotte che si trovano sotto i propri piedi o notizie storiche laddove vi fosse una fortificazione medievale, con pannelli che permetteranno, se uno lo desidera, di sapere qualcosa di più sul percorso corredati di testi scritti e QR code. La realizzazione del progetto si concluderà nel 2023“.

Dal 2022 inoltre, grazie al ‘Fondo per per lo sviluppo del territorio provinciale lecchese con interventi in campo storico, artistico e naturalistico’ di Fondazione Comunitaria del lecchese con Lario Reti Holding, è partito il progetto ‘Viandanti a spasso nel tempo’, che vede la partecipazione di altri tre musei, oltre a quello delle Grigne: Museo Torre di Maggiana a Mandello, il MUU – Museo del Latte e della storia della Muggiasca di Vendrogno e il Civico Museo Setificio Monti di Abbadia, impegnati nel proporre attività ludiche ai visitatori attraverso una rete che promuovere i musei e i siti d’interesse del Lario.