Leggermente a Merate fa il tutto esaurito: gremito l’auditorium per l’incontro con Floris

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Giovanni Floris

Successo per l’incontro con Giovanni Floris venerdì in Auditorium a Merate

Il ritratto della società italiana attraverso i film: “I cinepanettoni? Oggi sarebbero un reality”

MERATE – “Penso che ormai si sia superato il momento in cui il cinema era una parodia della realtà. Ormai i film la anticipano e anche i cinepanettoni oggi sarebbero dei reality”. Ironico, sorridente e perfettamente a suo agio anche nel salotto dell’auditorium comunale, Giovanni Floris ha parlato ieri, venerdì, del suo ultimo libro intitolato “Asini che volano” nell’ambito della rassegna Leggermente, promossa da Confcommercio Lecco. Gremito l’auditorium con tante persone che non hanno voluto perdersi l’incontro con uno dei giornalisti più conosciuti e apprezzati del piccolo schermo, famoso per aver condotto per anni la trasmissione “Ballarò” e per guidare ora il talk “Di martedì”.

Intervistato da Lorenzo Bonini, Floris ha messo in luce come si è evoluto il costume nazionale e la classe dirigente del nostro paese, lasciandosi guidare da alcuni film, tra cui anche l’intera saga delle vacanze di Natale dei fratelli Vanzina. Tra battute, aneddoti e qualche risata, è emersa a gran forza la considerazione che la classe dirigente altro non sia che lo specchio di una società che non dà la dovuta importanza alla cultura e all’istruzione. “Mi hanno raccontato che un macellaio, una volta scoperto quanto era lo stipendio di un professoresse, che era un suo cliente fisso, ha iniziato a dargli del tu” la battuta utilizzata per cristallizzare un tema, quello dello stipendio basso de docenti, che ben esemplifica l’importanza data, nella nostra realtà, al comparto istruzione.

Lorenzo Bonini e Giovanni Floris

A complicare la situazione una classe intelletturale, ben rappresentata dall’aneddoto del mirto bianco (ovvero della richiesta di un conoscente in vacanza in Sardegna di poter degustare del mirto bianco, salvo poi scoprire che questo è ricavato dalle foglie mentre quello rosso dalle bacche), autoreferenziale e convinta che il sapere sia appannaggio di pochi.

“La società è cambiata molto in questi venti anni: prima era merce rara il confronto, ora manca il ragionamento. La speranza? Andare a votare e smettere anche con la solfa di non sentirsi rappresentati, perché, a quel punto, uno dovrebbe aver il coraggio di candidarsi”. Floris ha aggiunto: “Quelli della mia generazione non possono più permettersi la speranza, devono solo rimboccarsi le maniche e sfuggire dalla tentazione di cercare sempre delle scorciatoie”. Dopodiché, prima di scappare a Firenze per un altro impegno, Floris si è fermato per il firmacopie senza sottrarsi agli immancabili selfie.

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