Osnago, Natalia Marraffini premiata al salone del libro con “La straniera segreta”

Tempo di lettura: 2 minuti
Natalia Marraffini con il sindaco Paolo Brivio

La cerimonia di premiazione oggi, lunedì, a Torino

29 anni, a Osnago da diversi anni, Natalia Marraffini ha vinto il concorso Lingua Madre

OSNAGO – Emozione e tanta soddisfazione oggi per la premiazione al salone del libro di Torino della giovane osnaghese Natalia Marraffini, vincitrice con il racconto “La straniera segreta” della sedicesima edizione del concorso letterario nazionale “Lingua Madre. Racconti di donne straniere in Italia”, progetto permanente della Regione Piemonte e del Salone internazionale del libro di Torino. 29 anni, residente a Osnago da quando frequentava la seconda liceo a Villa Greppi a Monticello, una laurea in Filosofia conseguita all’università degli Studi di Milano, Marraffini è stata premiata dal “suo” sindaco Paolo Brivio nel corso della cerimonia di chiusura dell’edizione 2021 del premio.

“Mia madre è argentina, mio padre è nato in Argentina da genitori italiani che sono poi tornati qui” ci aveva raccontato Natalia nell’intervista pubblicata da LeccoNotizie ad aprile spiegando come, partendo dalla propria autobiografia, fosse riuscita a costruire e raccontare un percorso, quello della scoperta del sé e della propria identità, che passa attraverso lo sguardo dell’altro e l’interpretazione che di questo sguardo viene data.

“La mia pelle non lo grida, i capelli castani e lisci tacciono, l’altezza media sta zitta. Ancora non lo avevo capito in quale luogo fossi straniera. Dentro. E l’ho capito lì. Il primo giorno di scuola. Quello in cui sono diventata professoressa. Davanti a quei ventisette sguardi stranieri a sé stessi, affamati di storie per capire chi essi stessi fossero veramente. Nei loro sguardi c’era una domanda più complessa di: “Prof. lei perché è qui?”. Una domanda, diretta e bruciante, attraverso cui Natalia, fresca di nomina come insegnante lo scorso anno al Bertacchi a Lecco per una sostituzione di maternità, si è trovata a essere il ventottesimo sguardo puntato su se stessa.

“I nostri occhi parlavano la stessa lingua. I loro occhi erano i miei. Quello sguardo che ogni tanto tradisce la mia vera natura. È strano a ripensarci, eppure a darmi la risposta sono stati proprio loro solo guardandomi. I nostri sguardi si sono intesi, si sono agganciati saldamente e, reciprocamente, ci siamo tirati fuori qualcosa” scrive Natalia nel suo racconto che sarà presente, dai prossimi giorni nella biblioteca Primo Levi di Osnago all’interno della copia dell’antologia dell’edizione 21.