Merate: il nuovo romanzo del preside Stefano Motta racconta lo strazio di “Vaia”

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Stefano Motta

Il libro si intitola “Di vento forte” ed è stato pubblicato dalla casa editrice del Faro

Il dolore per gli alberi abbattuti dalla tempesta che ha colpito un anno fa le Dolomiti si trasforma in un messaggio di rinascita e speranza

MERATE – Un anno fa, esattamente il 29 ottobre 2018, l’immane tragedia di Vaia, la tempesta di vento e pioggia che si è abbattuta con una violenza inaudita sul Triveneto, colpendo al cuore le Dolomiti. Oggi, a quell’evento catastrofico della natura, Stefano Motta, preside del collegio Villoresi di Merate, ha dedicato un libro, intitolato evocativamente, “Di vento forte. Cercando un legno nella foresta ferita dalla tempesta Vaia”. Un romanzo che è, gioco forza, un inno di amore alle montagne trentine che accolgono da diversi anni lo scrittore, saggista e studioso, nel periodo di vacanze estive.

Un racconto nato dal profondo

La copertina dell’ultimo romanzo “Di vento forte”

“Questo storia mi ha chiamato” racconta lo stesso preside, noto in città anche come direttore artistico del Maggio Manzoniano Merate. “Mi ero portato in vacanza il computer con l’idea di scrivere un altro libro, ma poi Vaia mi ha chiamato”. Quegli alberi caduti al suolo, sradicati e orfani, hanno smosso qualcosa. Innanzitutto il desiderio di dire che la vita ricomincia, che anche di fronte a un evento così catastrofico la natura va avanti, si rimette in moto. Camminando tra i boschi feriti, Motta ha toccato con mano il dolore di un paesaggio, stravolto e dilaniato, constatando che tutto non era, fortunatamente, perduto. E’ venuto così naturale cercare di ridare vita a questo bosco, parlando della forza intrinseca e immensa di queste montagne.

La storia di Valerio

In meno di due settimane è nata così la storia di Valerio Sospiri, un ragazzo che, supportato dai consiglieri di un vecchio e saggio scultore, si muove tra i boschi attorno al lago di Carezza alla ricerca di un suo legno, di un tronco a cui ridare vita, ascoltando il soffio del vento. “Anche il vento scolpisce. Può essere una lima, una carta abrasiva sottile e leggere, che passa e ripassa e smussa i profili più vivi e leviga le superfici ancora scabrose (…). Con la tempesta è stato di più che uno scalpello. E’ stato una vanga. Ha preso a badilate gli alberi indifesi, come un colpo dato alle spalle” racconta il vecchio intagliatore Vincenzo nelle pagine del libro, pubblicato dalla casa editrice Del Faro.

A maggio la pubblicazione con Einaudi di “Lale”

Un romanzo, “Di vento forte” uscito a pochi mesi di distanza da “Lale”, romanzo uscito a maggio per Einaudi. “Lale” è stato il mio diciottesimo libro, per tanti versi quello della maturità, e ha segnato un punto fermo sia dal punto di vista stilistico che da quello personale” puntualizza Motta, conosciuto anche a Lecco come esponente di spicco della giuria dell’apprezzato Premio letterario Manzoni.

La produzione bibliografica di Stefano Motta

““Non riuscirò mai più a scrivere come ho scritto in Lale”, mi dicevo. Poi è venuto questo, come una specie di dono. In verità sono due romanzi brevi, e ciò spiega in parte un ritmo di lavoro che potrebbe apparire forzato. Ma ammetto che ci sono periodi, a volte anni interi, in cui l’ispirazione sembra isterilita, e altri benedetti come dalla buona sorte. Spero che i lettori possano cogliere anche nelle pagine di quest’ultimo romanzo, questa magia”.