Merate, in un libro la storia dell’indimenticato dottor Adolfo Sindoni

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Sabato mattina Gabriele Pirovano ha distribuito gratuitamente il volume nell’atrio del Comune

“Un omaggio doveroso a un uomo che ha dato tanto alla città di Merate. Un lavoro che mi ha permesso di riscoprire una città che non c’è più”

 

MERATE – Ha recuperato, letto e selezionato una miriade di cartoline, lettere, documenti, tra cui anche le agende con riportate visite e operazioni, appartenute al dottor Adolfo Sindoni e ha poi dato alle stampe un volume che ripercorre, pagina dopo pagina, non solo la vita dell’indimenticato medico condotto, ma anche la storia di Merate dalla fine dell’Ottocento agli anni Settanta del Novecento. Un omaggio (in tutti i sensi, visto che sabato mattina 500 copie sono state regalate ai cittadini che si sono presentati nell’atrio del Comune) che l’autore, Gabriele Pirovano, ha voluto tributare innanzitutto alla famiglia Sindoni, scoprendo nella soffitta e negli scantinati della villa di viale Lombardia, (ora passata di proprietà) un tesoro di testimonianze e ricordi.

Al suo secondo lavoro storico, dopo la pubblicazione di “Emozioni dal fronte di un ragazzo di 18 anni” basato sulla vita di Battista Tocco, Pirovano si è avvicinato alla famiglia Sindoni entrando in punta di piedi nella loro vita. “Pur non avendo mai conosciuto il dottor Adolfo e pur non avendo nessuno in famiglia che fosse stato suo paziente, ho ritenuto doveroso riscoprine la storia e ricordarlo attraverso un libro” ci ha raccontato sabato mattina in Municipio mentre tante persone si complimentavano con lui per la pubblicazione.

Medico condotto a Merate dal 1922 al 1967

Giunto a Merate nel gennaio 1922 come medico condotto, Sindoni ha avuto quattro figli, Francesco, Ettore, Anna ed Elio. Francesco ed Ettore (morto il primo nel 2017 e il secondo nel 2006) hanno portato avanti la professione del padre, svolgendo l’attività medica in città. Elio, classe 1937, invece è professore universitario di fisica. “E’ lui che mi ha spronato a raccogliere il materiale documentale e a pubblicare questo lavoro”.

Un vero e proprio viaggio nella memoria che riporta il lettore indietro negli anni, raccontando gli anni della Prima guerra mondiale, la dittatura fascista, il secondo conflitto mondiale e gli anni del boom economico. “Queste pagine vanno sfogliate proiettandosi nella Merate di inizio Novecento contrassegnata da povertà, analfabetismo, mancanza di mezzi, anche nel campo medico. Una realtà in cui le doti e le capacità personali potevano fare la differenza e in cui il medico era uno specialista a tutto tondo, oltre che consulente familiare”.

Un amore sbocciato da una fotografia

Il racconto scorre, corredato da molte fotografie storiche, cartoline e documenti, in rigoroso ordine cronologico, partendo dalla terra natia, la Sicilia, e da una tenera letterina scritta al papà quando Sindoni non aveva ancora 5 anni. Arrivano gli anni della guerra con Adolfo, da poco iscritto alla facoltà di medicina, che viene arruolato e inviato a prestare servizio all’ospedale militare principale di Verona. E poi l’amore con quella fotografia, in bianco e nero, della cugina Amalia Tocco, trasferita con la famiglia a Milano, di cui cui si innamorò profondamente tanto da dichiararsi con un bigliettino passato, sotto la porta della cucina nella casa degli zii.

La laurea, le candele accese alla Madonna delle Grazie per trovare subito un lavoro per restare in Lombardia, vicino alla sua amata. Il primo incarico a Villanova Sillaro vicino a Lodi e poi, nel 1922, a Merate per sostituire il dottor Oreste Bonfanti. L’inizio del lavoro in ospedale con il professor commendator Carlo Baslini, primario di oculistica dell’ospedale Civile di Merate e dell’ospedale Maggiore di Milano. Sarà proprio Baslini il testimone di nozze con Amalia il 20 ottobre 1923.

Pagina dopo pagina affiora anche la storia di Merate

Un meticoloso e certosino lavoro di analisi e ricostruzione storica, in cui affiorano ricordi come il biglietto del viaggio di nozze a Venezia e testimonianze anche intime, come i pellegrinaggi a Lourdes dopo la morte, subito dopo la nascita, della prima bimba. I quattro figli, il lavoro sempre più assiduo in ospedale, l’ingresso dell’Italia in guerra il 10 giugno 1940 e il ricordo del 25 aprile del 1945 nei ricordi della sorella Anna, allora dodicenne. E anche un insolito e prezioso censimento, datato 1954, dei propri pazienti suddivisi per attività lavorative grazie al quale abbiamo oggi una fotografia delle attività presenti a Merate dopo la seconda guerra mondiale. Riaffiorano quindi aziende ora scomparse che hanno dato lustro alla città come, solo per citarne alcune, la Tessitura Merate, Diana manifattura e Laurora.

Un omaggio che diventa storia

“Stiamo parlando di anni in cui, come documentato da uno studio dell’ingegner Arturo Comotti, alla stazione di Cernusco Merate partivano ogni giorno 4mila persone circa” puntualizza Pirovano, parlando poi della nomina a cavaliere della Repubblica nel 1966, dell pensionamento nell’anno successivo e della morte il 29 marzo 1975.
Un lungo viaggio che rende più familiari a tutti la storia di Adolfo e della sua famiglia, permettendo anche di scoprire curiosità, aneddoti e luoghi di una Merate che ormai non c’è più.