Morlotti: la collezione si arricchisce grazie ad una donazione

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LECCO – Verrà presentata questo venerdì, alle 18.30 nella sala conferenze del Palazzo delle Paure, la donazione al Comune di Lecco da parte di Romano Trojani dell’opera dipinta nel 1964 a pastello e tempera su tela dal grande artista lecchese Ennio Morlotti.

L’opera donata fu esposta presso la sede museale di Villa Manzoni nel corso di una mostra realizzata tra il 2002 e il 2003 e andrà ad arricchire il corpus di opere del Morlotti già presente nella sezione di arte contemporanea della galleria comunale allestita presso il Palazzo delle Paure: “Paesaggio. Dosso” (1975-1985) e “L’Adda a Imbersago”(1955), concessa in comodato d’uso decennale dal Museo Del 900 di Milano nel dicembre 2015.

La presentazione di venerdì offrirà anche l’occasione per un incontro e un dialogo tra Romano Trojani, artista e grande amico di Ennio Morlotti e Francesco Guzzetti, dottorando alla Scuola Normale Superiore di Pisa e studioso di Morlotti, nonché curatore della mostra “Natura e città. Morandi, Morlotti e il paesaggio italiano tra le due guerre”, conclusasi da pochi giorni a Palazzo delle Paure, per il cui successo di pubblico non può che esprimere soddisfazione anche l’assessore alla Cultura del Comune di Lecco, Simona Piazza:

“I numerosi visitatori – ben 10.201 dal 16 gennaio al 6 aprile – che in questi mesi hanno fruito della mostra dedicata ai capolavori di celebri artisti italiani realizzati negli anni compresi tra le due guerre mondiali dimostra la bontà di un percorso intrapreso che con questa donazione raggiunge un nuovo importante traguardo. Ciò che voglio mettere in evidenza nel gesto di Romano Trojani è anche la generosità con la quale ha arricchito il patrimonio artistico dei Musei Civici di Lecco, privandosi di un opera che aveva egli stesso ricevuto in dono dal Morlotti a sugello della grande amicizia che legava ai due artisti”.

Al termine della presentazione sarà possibile visitare l’opera esposta nella sezione di arte contemporanea a fianco del dipinto “L’Adda a Imbersago” così da creare un percorso cronologico e stilistico tra due dipinti che riproponsono paesaggi brianzoli cari all’artista e rappresentano differenti periodi espressivi del loro autore.