“Numero Primo” di Paolini: spettacolo sperimentale che ha strappato applausi

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LECCO – Applausi a fine serata per Marco Paolini che sabato sera, “nell’intimità del Teatro Sociale di Lecco” come ha dichiarato l’attore bellunese, ha portato in scena “Numero Primo”. Un teatro “Work in Progess” così lo ha definito Paolini stesso al numeroso pubblico presente in sala che lo ha applaudito per diversi minuti.

Una storia fors’anche fantascientifica, quella narrata dall’attore veneto, sempre coinvolgente e capace di iniettare la giusta ironia. E lo fa gettando uno sguardo verso il futuro a tratti inquietante. Numero Primo, al secolo Nicolas Fermat, non è un bambino come gli altri e viene affidato dalla madre Hechné, siriana che soffre di un male incurabile a Ettore Achille, fotografo freelance.

La storia del piccolo Numero Primo, 5 anni, e di suo papà Ettore ha inizio a Gardaland, sulla giostra delle tazze. E’ qui che il bambino viene “consegnato” al padre. La narrazione prosegue in un presente che ancora per noi non è. Paolini fa compiere al pubblico una sorta di balzo temporale in avanti immaginario dove le bianche scogliere di Porto Marghera sono diventate un centro di produzione di neve finta e la Scuola Elementare Steve Jobs (Carducci) di Trieste permette ai genitori di seguire in diretta, tramite collegamento, la vita scolastica dei figli.
Intanto papà Ettore scopre che il figlio è un piccolo genio fisico-matematico, che doma la nozione di frattale, che riesce a risolvere questioni logico-filosofiche complesse come il teorema dei quattro colori.

La narrazione viene interrotta tre volte da un dialogo telefonico fra due ingegneri di un centro di genetica di Losanna: Numero Primo è un esperimento di intelligenza artificiale…

Uno spettacolo sperimentale e in evoluzione al termine del quale Paolini ha rassicurato il pubblico: “Non preoccupatevi che vi riprenderete presto”.