Villa Sironi a Oggiono ospita una mostra sul Razionalismo Lariano

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mostra razionalismo lariano

La mostra è dedicata anche agli architetti lecchesi Mino Fiocchi, Mario Cereghini e Giuseppe Terragni

Curata dagli alunni dell’Istituto Lorenzo Rota di Calolziocorte è stata realizzata in collaborazione con il Circolo Culturale Angelo Tenchio

OGGIONO – Il Circolo Culturale Angelo Tenchio, nello spirito delle sue finalità statutarie, ossia diffondere la cultura sul territorio, coinvolgendo gli studenti e i docenti degli Istituti Superiori, presenta a Villa Sironi, a Oggiono, dall’1-5 giugno, la Mostra illustrativa dei lavori eseguiti dagli studenti dell’ Istituto Lorenzo Rota di Calolziocorte a conclusione dell’elaborazione del Progetto: “Il Razionalismo Lariano e la figura degli architetti Mino Fiocchi, Mario Cereghini e Giuseppe Terragni”.

mostra razionalismo lariano

Gli studenti hanno approfondito i temi relativi ai tre Architetti che hanno operato nel lecchese, lasciando la loro impronta innovativa, modificando, nel periodo del Razionalismo Lariano, il profilo delle nostre città, con un linguaggio architettonico basato sui principi d’ordine e di semplicità dell’Architettura Classica.

mostra razionalismo lariano

Il Progetto è stato realizzato dagli studenti Camilla Castelli e Ilaria Teodoro per la sezione Terragni, da Luca Vittorio Corti per Cereghini, da Sara Librizzi per Fiocchi, mentre la locandina è stata ideata da Matteo Pasquali, che nel loro percorso sono stati seguiti dai docenti Daniele Camillo Gilardi e Silvio Romano, su proposte del Circolo A. Tenchio e con la collaborazione dell’Arch. Pamela Maggi e Arch. Attilio Terragni, che ha tenuto ai ragazzi una stimolante Lectio magistralis.

mostra razionalismo lariano

La mostra sarà visitabile mercoledì 1 giugno dalle 15 alle 18; giovedì 2 giugno dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18; venerdì 3 giugno dalle 15 alle 18; sabato 4 e domenica 5 giugno dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18.


La luce perfetta dell’incerto. Arch. Attilio Terragni

“Nella Divina Commedia l’architettura fa da contrappunto alla poesia. Per Dante, infatti, non c’è poesia se non c’è architettura e non c’è architettura senza poesia, altrimenti entrambe rimarrebbero una narrazione onirica individuale, intrappolata in un’estetica fine a se stessa.

Il che equivale a dire che l’architettura, liberata dall’antico assillo della verosimiglianza e della logica, sorge adesso attraverso passaggi razionali e comprensibili che comprendono l’irrazionale nella loro geometria.

Dante, insomma, crea il modello di una nuova immaginazione che si potrà pienamente realizzare solo molti anni dopo grazie alle conquiste dell’architettura moderna che attraverso il vetro e il cemento armato sarà in grado di esprimere tutti gli elementi eterogenei dell’esistenza umana dentro il modello di razionalità dantesco, dentro il movimento dal centro al cerchio e dal cerchio al centro, dove, appunto, si realizza la fusione totale tra poesia e realtà in un confronto polifonico la cui linea melodica non è la semplice fusione tra idee e realtà ma l’insieme di molte linee di cui una è la realtà.”