‘Voci, gesti, culture tra locale e globale’, al Meab la 20^ edizione

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museo etnografico dell'alta brianza-meab-camporeso

Un ricco calendario di iniziative da marzo a ottobre

Tra gli ospiti anche l’antropologo Marco Aime

GALBIATE – Si aprirà la prossima domenica, 16 marzo, la rassegna ‘Voci, gesti, culture tra locale e globale” del Meab, il Museo Etnografico dell’Alta Brianza, giunta alla sua 20^ edizione e patrocinata da diversi enti (Comune di Galbiate, Touring Club Italiano) e associazioni. Da marzo a ottobre, un ricco calendario di iniziative rivolto ai visitatori e ai curiosi che include conferenze, mostre, letture, laboratori e molto altro. Tutti gli appuntamenti si terranno presso la sede del Museo, in località Camporeso, a Galbiate.

Come specificato dal direttore Massimo Pirovano, “per la ventesima edizione il Museo Etnografico dell’Alta Brianza intende valorizzare in particolare le ricerche e le proposte dei suoi giovani collaboratori, che nel 2024 hanno realizzato una mostra di auto etnografia della quale si è parlato anche nel World Anthropology Day di Milano lo scorso 20 febbraio”.

A sinistra Massimo Pirovano

La rassegna si aprirà il 16 marzo con un laboratorio sul canto dedicato a giovani e adulti. “Canta che ti passa? Il canto di tradizione orale e i suoi significati” il titolo dell’iniziativa in programma alle ore 15. Alle 16.30 invece gli esperti apicoltori Carlo Colombo e Agostino Cesana accompagneranno i visitatori attraverso la mostra dedicata proprio all’apicoltura, Apicoltura e api-cultura.
Hobbisti e professionisti in Brianza
attualmente allestita al Museo.

Il 12 aprile una bella iniziativa di lettura per i bambini dai 3 ai 9 anni con “Cera, una volta: racconti in compagnia delle api”, una lettura a più voci che porterà alla scoperta di diversi punti di vista sulla vita di questo indispensabile insetto. Sempre le api saranno protagoniste domenica 13 aprile con la presentazione del documentario ‘Api-culture. Pratiche e riflessioni intorno all’alveare’ con Paola D’Ambrosio, curatrice della mostra, e Giosuè Bolis.

Il 18 maggio al Meab sarà ospite il grande antropologo Marco Aime che terrà la conferenza ‘Antropologia del viaggio’. Cosa significa viaggiare in un’epoca globale come la nostra, così ricca di immagini e informazioni? Il viaggio è una forma di incontro con l’Altro, ma quali forme assume oggi questo incontro? Quale geografia accompagna oggi il viaggiatore? Una lettura antropologica del viaggio turistico induce a riflettere sui molti significati assunti da questa pratica e dalle diverse declinazioni del Noi, dell’Altro e dell’Altrove.

Si prosegue l’8 giugno con Sara De Toni e la conferenza sul disastro dell’Icmesa di Seveso-Meda di 50 anni fa: a partire da una ricerca etnografica condotta a Seveso tra il 2023 e il 2024, lo studio evidenzia come il disastro industriale del 1976 e la tossicità derivante dalla contaminazione da TCDD (diossina Seveso) abbiano generato memorie diverse, talvolta conflittuali, e per alcune persone del territorio la concomitante necessità di dimenticare.

I 20 anni di volontariato al Meab saranno invece protagonisti dell’evento del 29 giugno quando il gruppo ‘Futuro Meab’, composto dalle guide volontarie del Museo, presenterà il documentario ‘Il futuro ha radici profonde: 20 anni di volontariato al Meab’: “Sono particolarmente orgoglioso di questo lavoro – ha commentato Pirovano – i volontari con cura, passione e impegno hanno contribuito a rendere il Museo un luogo di culture, formazione, crescita ed anche socializzazione. L’associazione Amici del Meab compie 20 anni, quali sono ora le sfide del futuro? Ne parlano direttamente i protagonisti di questa bella storia, che colgo l’occasione di ringraziare per l’indispensabile supporto”.

Il 20 luglio Paul Rosch terrà un’interessante conferenza sul Museo del Turismo di Merano, ‘Tutto il turismo in un museo’. Dopo la pausa di agosto, il 6 settembre la rassegna riprenderà con due laboratori per giovani e adulti, uno condotto da Francesca Butti, guida volontaria del Meab, che alle 15 accompagnerà i partecipanti lungo un itinerario etnografico da Villa Bertarelli a Camporeso per scoprire luoghi, edifici e pratiche di interesse etnografico. Alle 16.30 invece Serena Meroni terrà un laboratorio sulla cartografia, ‘Ogni mappa racconta una storia: laboratorio per un percorso interculturale’.

Il 21 settembre si terrà l’inaugurazione della nuova mostra ‘Souvenir. Turisti in Brianza e dalla Brianza in altri luoghi’, con anche la presentazione del documentario che tradizionalmente accompagna le mostre del Meab. “La Brianza- spiega Pirovano, curatore della mostra insieme a Serena Meroni e Francesca Butti – è stata per almeno due secoli un territorio che, grazie ai suoi paesaggi e al suo clima, ha attirato molte famiglie delle classi urbane benestanti per le loro vacanze. Nella seconda metà del Novecento però il turismo si è trasformato progressivamente da fenomeno di élite a pratica di massa per un numero crescente di brianzoli che sono diventati a loro volta turisti e viaggiatori, condividendo gusti e comportamenti con tanti altri abitanti del pianeta”. La mostra tratta dunque un tema molto attuale, che vede la Brianza non solo luogo di arrivo del turismo ma anche di partenza.

La rassegna si concluderà il 19 ottobre con la conferenza di Saul Casalone, “Tenere il tempo. Storia della fisarmonica in Brianza”, dedicata alla musica e a questo strumento, con anche momenti di ascolto e proiezione di filmati.

Davide Facondini

Insomma, un calendario davvero ricco che non mancherà di soddisfare diversi gusti: “La rassegna dimostra che i musei etnografici, oltre a raccontare storie e culture, praticano la partecipazione attiva, da sempre” ha concluso Pirovano. Alla presentazione delle iniziative era presente anche il ‘neo’ Presidente del Parco Monte Barro Davide Facondini: “Il Meab fa parte del Parco, è una realtà a cui siamo molto attenti: crea ricerca e diffonde un approccio al mondo antropologico. Con piacere sosteniamo questa rassegna, giunta alla sua 20^ edizione, e rinnoviamo il nostro supporto alle attività del Museo. Grazie al direttore, Massimo Pirovano, e a tutti i volontari che mantengono viva sia la memoria del passato che la nostra quotidianità”.