Si apre la mostra di Giorgio De Chirico a Palazzo delle Paure

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LECCO – Si apre l’evento principe dell’estate culturale a Lecco: “Giorgio de Chirico: una gita a Lecco”, la mostra allestita a Palazzo delle Paure, dal 14 giugno al 20 settembre, dedicata al più noto esponente della pittura metafisica e al suo viaggio nel capoluogo manzoniano, raccontato attraverso installazioni multimediali che interpreteranno il testo, che dà il titolo all’evento espositivo, scritto dall’illustre maestro in occasione della sua visita a Lecco.  L’in

Il progetto, che si inaugura sabato alle 18  ma che è stato presentato in mattinata in anteprima alla stampa, ideato dall’arch. Giulio Ceppi e curato da Francesca Brambilla, nasce da uno scritto autografo di Giorgio de Chirico (datato 17 aprile 1939) pubblicato su “Aria d’Italia” con titolo Una gita a Lecco.

 

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La curatrice Francesca Brambilla e l’ideatore dell’evento, l’arch. Giulio Ceppi

A partire da quel racconto, la mostra vuole costruire una narrazione visiva ed allestitiva atta non solo a rendere noto il testo, ma a tradurlo in un momento di maggiore godibilità estetica, giocando su diversi registri sensoriali.

L’appetibilità della mostra è coniugare l’eccezionalità di un tributo al territorio di Lecco da parte di Giorgio de Chirico con alcuni dipinti e opere originali dello stesso autore, accompagnati dal contributo creativo di artisti e designer, sia coevi al racconto e al maestro stesso quanto contemporanei.

Il viaggio di De Chirico inizia alle ore 19.00 del 17 aprile 1939 quando, dal suo studio milanese, una signora elegantissima e dalle chiome ardenti, (definita dal Maestro Vera Valchiria moderna) lo fa accomodare a bordo della sua formidabile auto per condurlo a Lecco. Percorsa la vecchia carrozzabile che transitava per Monza, i due arrivano a destinazione: una salumeria drogheria sita sopra Lecco con annessi campi di allevamenti per lumache.

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 Al viaggio fisico, si accompagna quello mentale. De Chirico arrivando a Lecco definisce con chiarezza assoluta 4 elementi del paesaggio: le montagne del San Martino e del Resegone; i riferimenti architettonici di Villa Manzoni al Caleotto e del palazzo di Don Rodrigo; le montagne vantano una tradizione iconografica che, attraverso la stampa, la pittura, la fotografia e la cartolina popolare, le tramuta in icone del territorio lecchese.

Un certo imbarazzo suscitano invece i riferimenti alle architetture, dove negli anni a seguire gli scempi urbanistici su Lecco ne hanno profondamente mutilato l’identità originaria. Ma come scrive lo stesso Maestro scomodando Flaubert: “E’ la fatalità che ha fatto questo…”

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Il simbolo principale dell’evento è la lumaca: De Chirico a Lecco ne avrebbe infatti visitato un allevamento, “in prossimità di una locanda, un ricchissimo industriale specializzato nella fabbricazione di bossoli per cartucce da fucili da caccia, aveva creato un allevamento di lumache” (cit. M. Dudron).

In sintonia con il messaggio di EXPO 2015- Nutrire il pianeta, gli organizzatori hanno cercato di esplorare il mondo di questi molluschi corazzati ricevendo il patrocinio dell’Unione Nazionale Elicicoltori.

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Interessante l’installazione audio-visiva allestita in una delle stanze della mostra che punta a riprodurre suoni e colori di quelle nubi temporalescamente caliginose che De Chirico racconta di aver osservato sul cielo di Lecco  fin dall’inizio del suo viaggio, per immergersi poi dentro un grande temporale primaverile, con torrenti d’acqua gialla, raffiche di vento.

 

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 A rendere imperdibile questa mostra sono soprattutto note opere dell’artista che hanno trovato spazio nell’allestimento lecchese:  la curatrice della mostra ha voluto compiere una scelta soprattutto tematica, per ripercorrere i temi più contestualizzati al periodo e al racconto. Si va quindi dall’importante “Autoritratto nello studio di Parigi” 1934-35 della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, tema che accompagna tutto il percorso dell’artista, alle due “Vite Silenti” che, oltre ad essere in tema con il racconto, rimandano a un genere scoperto negli Anni Venti per divenire poi motivo amatissimo dall’artista negli anni Quaranta.

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La “Piazza” del 1962 ripropone i temi preferiti da de Chirico nel suo periodo metafisico: gli edifici in prospettiva, la torre sul fondo, le ombre nette e lunghe, la statua di Arianna al centro, il treno all’orizzonte.

A concludere “Gli Archeologi” che, portando dentro sé le memorie e le vestigia del passato, immagini tra metafisica, natura e richiamo alla classicità, divengono metafora di un mondo interiore.

Il visitatore riceverà all’ingresso la copia del testo originale e una sorta di navigatore, guida sintetica all’allestimento. Attraverso specifici Qr code, (app scaricabile all’ingresso) potrà ascoltare il racconto con il proprio smartphone e forse riconoscere la voce del narratore, ovvero Elio di “Elio e le Storie Tese” che ha fornito il proprio contributo all’evento lecchese.

Orari:

lunedì e martedì chiuso
mercoledì dalle 9 alle 13
giovedì dalle 16 alle 19 e dalle 21 alle 23
venerdì dalle 16 alle 19
sabato e domenica dalle 11 alle 19
15 agosto dalle 11 alle 19

Promotori:

Regione Lombardia, Comune di Lecco, Camera di Commercio di Lecco